TuttoSport, ex rosa Belotti: “Il gallo non si siede, altri gol color azzurro. Adesso punta l’Europeo”

“L’unico raggio di sole capace di regalare riverberi di luce chiara, nel grigio dell’annata del Toro, è Andrea Belotti, il giocatore più pagato dell’era Cairo: quest’estate otto milioni di euro al Palermo di Zamparini“. Così l’edizione odierna di “TuttoSport” parla dell’annata del club granata e del suo bomber Andrea Belotti. “Soldi ben spesi raccontano i numeri della sua prima stagione granata: undici reti, suo record personale, 2326 minuti giocati, le ultime 24 partite vissute da titolare, la miglior media/gol assoluta del girone di ritorno con una rete ogni 145 minuti. In realtà, oltre a questi dati, c’è ben altro. Ed è lo spessore tecnico di questo ragazzo, ha appena 22 anni, che non solo è esploso alla prima stagione nel Torino, ma ha saputo aspettare con diligenza e intelligenza, forse non a caso i due termini fanno rima, per poi poter sfruttare al meglio le opportunità che ha cominciato ad offrigli Ventura: che oltre ad averlo fortemente voluto in estate, lo ha sempre celebrato come un predestinato per la Nazionale. E allora, soprattutto quando Quagliarella e Maxi Lopez hanno iniziato a deludere, il primo dal punto di vista prestazionale anche sotto porta, il secondo, idem, per una forma fisica sopra le righe, Belotti ha visto aumentare il proprio minutaggio. L’ex rosanero ha saputo aspettare e non deve essere stato facile attendere la 14ª giornata per far agitare la cresta del Gallo con il primo gol torinista, splendido, al Bologna. Ma come si sa, per crescere e fare carriera non basta il talento, occorre anche la testa, quella che aiuta a gestire al meglio i momenti più difficili. E così Belotti, ragazzo dal cuore grande e l’umiltà sempre in tasca, ha digerito rospi sino a quando, complice una condizione fisica sempre più tonica, si è affermato come punto di riferimento della squadra non solo sottoporta. Anche se con il passare del tempo Belotti ha iniziato a segnare a raffica, arrivando a quota 11, rivelandosi un cecchino anche dal dischetto, 4 centri su 4, sfruttando tre penalty procuratosi con la propria pericolosità: chiedere a Nagatomo, Manolas e Rossettini, mentre il quarto è arrivato grazie a Bruno Peres nel derby. Già, non è facile marcare Belotti, a chi gli tocca, spesso si vede sventolare il cartellino giallo in faccia, la maggior parte delle volte entro la fine del primo tempo. I “gialli” dell’indomabile Del resto è un lottatore autentico, che non molla un centimetro e sa proteggere il pallone con il corpo come i centravanti di una volta. Ma rispetto a gente come Chinaglia e in parte Graziani, interpreta il ruolo di attaccante in chiave moderna e più duttile, potendo per esempio essere sfruttato non solo in un attacco a due ma anche in un classico tridente. Ventura lo ha utilizzato nel 3-5-2 sia come punta “centrale” con Martinez che come seconda punta con Maxi Lopez ma il ragazzo, per corsa e caratteristiche, può essere pericoloso anche nel tridente come laterale: con la stessa disinvoltura sia a destra che a sinistra. Non a caso a Palermo si è fatto notare anche per come sapeva divorare veloce la fascia puntando deciso verso l’area di rigore avversaria palla al piede. Il valore aggiunto E proprio questa sua flessibilità d’utilizzo potrebbe rivelarsi quel valore aggiunto in grado di convincere il commissario tecnico Antonio Conte per il primo screening preEuropeo, che si terrà a Coverciano dal 18 maggio al 21 e al quale non parteciperanno i giocatori della Juventus e del Milan per l’impegno della finale di Coppa Italia. Cifre alla mano, al momento non c’è un attaccante italiano più in forma di Belotti che spera di vivere da protagonista queste ultime tre partite che restano: domani il Toro sarà di scena a Udine con calcio d’inizio alle 18, la domenica successiva al Grande Torino contro il Napoli e quindi finale ad Empoli. Se nel gruppo granata, causa stagione anonima per utilizzare un eufemismo, le motivazioni galleggiano sotto il livello di guardia, gli ultimi 10 minuti di Ventura sedutosi sconsolato in panchina sono un brutto segnale, per Belotti è tutta un’altra storia. In teoria sino a qualche settimana fa ce l’aveva in casa il primo “avversario” in chiave convocazione azzurra, Ciro Immobile, ma l’infortunio che sta costringendo l’ex Siviglia a restare ai box si è trasformato indirettamente in un vantaggio per chi come Belotti spera in una convocazione in extremis. La storia della Nazionale, tra l’altro, regala storie bellissime di attaccanti che non dovevano essere chiamati e poi, dopo la scommessa del ct di turno, diventarono la gallina dalle uova d’oro. Ok, lui è un Gallo, però…”.