Tuttosport: “Biglietti e ultrà. Sarà battaglia tra Agnelli e procura. Le accuse”

“Svanito il tentativo di accordo (e quindi di patteggiamento) nella prima udienza, a fine maggio, riprende oggi al Tribunale federale di Roma (presidente Cesare Mastrocola) il processo sportivo alla dirigenza della Juventus (sotto accusa il presidente Andrea Agnelli, l’ex capo marketing Francesco Calvo, ora al Barcellona, il responsabile del “botteghino” Stefano Marulla e l’addetto alla sicurezza Alessandro D’Angelo), deferita a marzo dal procuratore Giuseppe Pecoraro con l’accusa pesante di «intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti “gruppi ultras”, anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata».  Agnelli sarà presente in aula (il processo è fissato per le 14 e sarà a porte chiuse), pronto a difendersi: ha già ammesso di aver incontrato nelle vesti di presidente gli ultras in qualità di tifosi e di aver venduto (e non regalato) ai gruppi alcuni blocchi di biglietti (e non quattro per volta come prevede la legge), violando quindi l’articolo 12 del codice di giustizia sportiva, ma ha giustificato il fatto come compromesso con le frange oltranziste del tifo per garantire l’ordine pubblico nelle curve. MANO PESANTE Oggi, dunque, si svolgerà il dibattimento tra procuratore e legali con la sentenza potrebbe arrivare già in serata o slittare a lunedì. Pecoraro vorrebbe usare la mano pesante con la richiesta di inibizione per Agnelli su
periore all’anno e mezzo e una multa al club per la violazione dell’articolo 12, ma gli sarà più difficile dimostrare la collaborazione con la ‘drangheta perché nel frattempo, nel processo penale a Torino maturato dall’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Piemonte, che ha generato l’inchiesta sportiva e in cui Agnelli è stato chiamato in qualità di testimone, uno dei soggetti più vicini all’ambiente juventino, il presidente dell’associazione ItaliaBianconera, Fabio Germani, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa per aver aiutato Rocco Dominello ad accreditarsi tra tifosi e società, è stato assolto perché, secondo il gup Giacomo Marson, non ha commesso il fatto. Un punto a favore della Juventus, pronta a pagare un’ammenda per la violazione dell’articolo 12, ma altrettanto decisa a battagliare e a rigettare ogni accusa di collaborazione mafiosa.   Il dibattimento si preannuncia quindi infuocato. In caso di condanna, l’inibizione per Agnelli, difeso dagli avvocati Chiappero e Coppi, scatterebbe subito, e non dopo la sentenza di terzo grado come in Europa: il presidente non potrebbe svolgere alcune attività dirigenziali, ma non sarebbe costretto a rassegnare le dimissioni da numero uno della Juventus, né l’idea lo ha mai sfiorato. L’eventuale inibizione non influirebbe neppure sulla recente nomina di Agnelli a presidente dell’Eca: in quanto Associazione che riunisce i club europei ha un regolamento privato e indipendente dall’Uefa”. Questo quanto riportato da “Tuttosport”.