Trasmetti in diretta una partita con lo smartphone? Ecco cosa rischi

Nella giornata di oggi, riporta “Salernitananews”, ci sarà un voto importante al Parlamento Europeo. Verrà infatti discussa la protezione del diritto di autore nel mercato unico digitale, a fronte degli atteggiamenti illeciti di chi (senza autorizzazione) trasmette in diretta eventi sportivi sportivi protetti dal diritto d’autore sui propri social o canali YouTube, che sia dagli spalti di una casa o dallo stadio. Ciò comporta danni sia per chi detiene i diritti esclusivi, sia per è titolare di pacchetti d’abbonamento. “Tra le proposte di modifica maggiori – si legge su Salernitananews – spiccano la possibilità che gli editori possano esigere il pagamento di diritti da parte di aggregatori di notizie e social network (Facebook e Twitter) che condividono gli articoli prodotti dai siti di informazione e l’assunzione di responsabilità da parte delle piattaforme social rispetto all’illegittimità di taluni contenuti trasmessi e diffusi dai propri utenti. Ad esempio: chi trasmette illecitamente una partita di calcio sul proprio profilo Facebook o su Youtube, dovrà poter essere bloccato dalla piattaforma stessa con dei particolari filtri che condurranno all’individuazione dell’utente ‘furbetto'”. Favorevole alla direttiva in questione è la Lega Serie B, che vuole tutelare i propri investitori. Di seguito la missiva inviata da Mauro Balata a tutti i parlamentari europei per sensibilizzarli sul tema: “In vista della votazione relativa al mandato sul Diritto d’Autore nel Mercato Unico Digitale (Copyright Directive), rinnoviamo il nostro auspicio a che siano introdotti efficaci strumenti atti a contrastare il sempre più dilagante e pregiudizievole fenomeno della pirateria. Evidenziamo al riguardo che, con l’avvio dei campionati di calcio, il fenomeno della pirateria si è manifestato con ancor maggior veemenza rendendo sempre più accessibile sulle reti di comunicazione elettronica la visione di immagini delle gare trasmesse in forma illecita piratando le immagini. Di tutta evidenza che tale situazione nulla ha a che vedere con il libero e lecito utilizzo della piattaforma web e determina grave ed irreparabile pregiudizio non solo per chi commercializza e per chi acquisisce lecitamente le licenze, ma anche per gli stessi consumatori rispettosi delle regole”.