Trapani-Pescara 1-1, granata ancora cadetti. Il sogno termina qui, ma il futuro parte da adesso

E’ finita così allo stadio Provinciale che ha di fatto visto concludersi l’ultimo atto della serie B 2015/2016. E’ finita con Cosmi in lacrime, che a pochi secondi dal triplice fischio ha voltato le spalle al campo di gioco e si è seduto da solo in panchina con gli occhi rossi. E’ finita con Oddo che va ad abbracciare il collega e amico per consolarlo, per confortarlo, senza di fatto prendere parte ai festeggiamenti della sua squadra appena promossa in massima serie. Oddo, nipote del grande Giovanni che a Trapani viene ancora considerato la più grande figura sportiva della città. Cosmi, che proprio con il Pescara è voluto tornare in cadetteria dopo sei anni per provare a rilanciarsi dopo stagioni non troppo entusiasmanti in serie A.

TrapaniPescara sembra tutta un po’ un paradosso, e non solo per la storia sportiva dei due tecnici che fin qui hanno guidato le squadre: probabilmente nessuno, ad inizio stagione, avrebbe scommesso un solo centesimo su questi due club faccia a faccia nella finale playoff, né tantomeno sull’eccelsa stagione che li ha condotti fino a questo punto. E se magari il Pescara, che fino all’anno scorso era stato ad un passo dalla promozione, venendo sconfitto solo in finale dal Bologna, può essere considerato una sorta di outsider grazie anche alla qualità dei singoli come Lapadula, ben più scalpore fa sicuramente la notizia dei granata arrivati così in alto. Il Trapani, la squadra provinciale per antonomasia a partire dal nome dello stadio, la squadra che solo da pochi anni si è affacciata per la prima volta su palcoscenici importanti come quello della serie B, la squadra dei tifosi che guardano le partite dal balcone di casa, è arrivata terza nel campionato più lungo e tortuoso d’Italia, ha inanellato una serie impressionante di risultati utili consecutivi, ha messo a tacere grandi e piccole squadre a suon di ottime prestazioni ottenute grazie allo spirito di squadra.

Già, la squadra. Se tutti ricordano il Trapani della prima serie B come “la squadra di Mancosu“, che a fine torneo si sarebbe laureato capocannoniere, questo invece è il Trapani del gruppo: da Citro Scozzarella, dalla stella PetkovicNizzetto, i siciliani appaiono come un organico che ha fatto della coesione, dello spirito di squadra, la sua più grande qualità. E l’autore non può che essere lui, “l’uomo del fiume” Serse Cosmi, calatosi in una realtà che gli calza a pennello: quella di uomini, ancora prima di essere calciatori, che più che sapere giocare a calcio devono dimostrare di avere la grinta necessaria per poterlo fare. Nonostante il risultato finale Cosmi ha saputo creare un capolavoro, una macchina da guerra perfetta che non si è mai arresa, almeno fino ad oggi.

Il gol di Citro al quinto minuto del primo tempo ha fatto letteralmente esplodere di gioia l’intero Provinciale, che nonostante la sconfitta subita all’andata è ritornato a pensare di potercela ancora fare. Poi tanta sofferenza, da entrambe le parti, fino al gol capolavoro dell’ex rosa Verre, con un pallonetto di prima da circa quaranta metri, e l’espulsione di Scognamiglio otto minuti dopo per un fallo da ultimo uomo su Lapadula. Il Trapani si è arreso all’evidenza soltanto alla fine, soltano quando i giochi erano fatti e nemmeno continuare a lottare con le unghie e con i denti sarebbe potuto servire a qualcosa. Il pianto sconsolato di Cosmi a fine gara testimonia lo scoramento di chi ci ha provato con tutte le forze senza però riuscire nel suo intento, il pianto di chi nonostante tutto è stato sconfitto. Ma il Trapani non ha perso: dal presidente Morace, fino all’ultimo dei tifosi che quest’anno ha sostenuto la squadra, i siciliani hanno dimostrato di esserci. Una grande squadra che non ha potuto fare a meno di attirarsi addosso le luci della notorietà, un “piccolo Leicester” come dice Cosmi, una scommessa divenuta finalmente realtà, che non può che fare ben sperare per il futuro. Sarà difficile ripetere quanto di buono fatto in questa stagione, ma se c’è una certezza è che chiunque l’anno prossimo indosserà la maglia granata saprà già che il Trapani è una squadra di lavoratori, di lottatori che continueranno a giocare con tutta la grinta che hanno in corpo finché resterà loro anche un minimo di fiato. Se il sogno di quest’anno si è concluso, il futuro è appena iniziato: e il Trapani ci sarà, con ancora più voglia di fare bene. L’anno scorso il Pescara si è dovuto arrendere solo in finale, quest’anno invece festeggia la promozione in serie A. Oggi ad aver perso in finale sono i granata di Cosmi: chissà come andrà a finire la prossima stagione…