Game over. Per il Palermo la porta principale per la promozione in serie A si è chiusa oggi. Anzi, a sbattersela in faccia sono stati proprio i rosanero. Lo sterile pareggio conquistato dai siciliani contro il Cesena e le contemporanee vittorie di Frosinone e Parma, hanno fatto scivolare meritatamente gli uomini di Stellone al quarto posto. Un piazzamento deludente e per giunta ancora da difendere. È vero, la matematica dice che tutto è possibile. Ma ad una giornata dalla fine tutte le speranze sono state riposte nel cassetto. L‘incubo play off è diventato realtà.

Al Palermo non è bastato neanche un “Renzo Barbera” da record, vestito a festa grazie agli oltre 23 mila sostenitori presenti. Tifosi ai quali Stellone alla vigilia aveva detto di voler regalare quel sogno chiamato promozione diretta e che per 90’ hanno sostenuto la squadra, conservando i fischi per il post gara, quando ormai era chiaro quel sogno era stato infranto.

Il risultato maturato oggi era d’altronde inatteso. Il Cesena, infatti, non ha mai provato a vincere la partita. Chi doveva farlo era proprio il Palermo, che di occasioni ne ha avute tante, puntualmente sprecate. Su tutte spicca il rigore sbagliato clamorosamente da Coronado nel primo tempo. Fatale il suo errore dal dischetto e dispiace che sia stato proprio il numero 10 a decidere negativamente le sorti del match. Lui, che di partite ne ha risolte tante tra gol e assist, deliziando gli occhi di tutti con giocate da fuori classe. Ma in campo oggi non è sceso soltanto Coronado. C’erano 11 giocatori con un solo compito: conquistare i 3 punti per continuare ad inseguire quel famoso sogno di cui parlava Stellone. Un sogno finito per colpa dei troppi punti buttati al vento nel corso di un’intera stagione. 

Quella contro il Cesena, infatti, è soltanto una delle occasioni perse dal Palermo in un intero campionato. Occasioni con le quali oggi i rosanero devono fare i conti. I play off sono ormai una certezza ed alla luce di queste 41 giornate è giusto così. Anche oggi il Palermo è stato nemico di se stesso, quello più ostico da battere. Un leitmotiv che deve essere interrotto, prima che si chiuda anche l’ultima porta per la serie A.