Sicilia, mascherine anche all’aperto, è polemica: “Simbolo di schiavitù, Musumeci chiarisca”

Dopo l’ordinanza di Musumeci, che ha reso obbligatorio l’uso delle mascherine anche all’aperto, come riporta “Palermotoday.it”, la gente protesta sui social e nelle ultime ore è nata una petizione su “Change.org” che ha già raccolto quasi 1.500 firme. “In nessuna parte d’Europa, nemmeno nella Lombardia falcidiata dal Covid 19 – si legge – si è proceduto ad un provvedimento tanto assurdo e controproducente come quello di imporre la mascherina anche nei luoghi pubblici, cioè all’aperto, dove non sussista alcun pericolo di contagio. Il diritto alla salute, costituzionalmente garantito, va tutelato in modo bilanciato ai diritti civili ed economici, e nel rispetto della Costituzione e delle convenzioni internazionali che impediscono i trattamenti sanitari obbligatori, e in ogni caso in condizioni di ragionevolezza. La mascherina indossata in perpetuo all’aperto impedisce la libera respirazione, è quindi dannosa per la salute, ed è pertanto irrazionale e dannosa oltre che incostituzionale – si legge nel testo che accompagna la petizione -. La mascherina è del tutto inutile quando non c’è alcun essere umano in più di due metri di distanza o dentro un’autovettura, o si è tra congiunti stretti. La Sicilia presenta tassi di contagio del tutto incompatibili con provvedimenti più restrittivi rispetto a quelli nazionali, mentre l’estate e le temperature elevate dovrebbero consigliare di non adottare un vero e proprio strumento di tortura, oltretutto in un clima non certo favorevole alla diffusione del virus. Di fatto questa imposizione ridurrà ancora di più le attività economiche, soprattutto quelle a carattere ludico-ricreativo (che stanno riaprendo progressivamente in tutta Italia) aggravando la già disperata condizione dell’Isola. L’imposizione della mascherina è degradante soprattutto sul piano della dignità, tanto più se ingiustificata, nonché simbolo di schiavitù, e fortemente inibitorio di qualsiasi rapporto umano. Chiarisca pertanto, signor Presidente, con una sua circolare, che chi sta a distanza di sicurezza da chiunque, non è perseguibile, che non lo è chi sia in compagnia di stretti familiari, per strada o in macchina. Chiarisca, che sta limitandosi a richiedere l’uso della mascherina, e solo fino a quando sarà realmente  utile, solo nei locali chiusi o in quelli pubblici o aperti al pubblico in cui si possano creare assembramenti, ovvero infine, se, per le ragioni più varie, ci si trovasse a stare a distanze realmente ravvicinate. Valuti, infine, di ritirare semplicemente il provvedimento in questa parte davvero formulata in modo infelice, dato che la Sicilia non presenta alcun dato epidemiologico di particolare preoccupazione, rispetto ad altre aree d’Italia e d’Europa la cui gestione del virus la invitiamo ad osservare con attenzione. Ci riserviamo, infine, di procedere legalmente, anche sollevando eccezione di costituzionalità su un provvedimento che, in questa parte, si manifesta come gravemente ed evidentemente lesivo di elementari diritti umani”.