Sibilia: «Ripresa? Difficile giocare nelle zone maggiormente colpite. Rischiamo di perdere 3 mila società»

Intervenuto ai microfoni della trasmissione “Tutti convocati” su Radio 24, Cosimo Sibilia, presidente della lega nazionale dilettanti (Lnd),  ha lanciato un appello al Governo per un sostegno concreto al settore del calcio dilettantistico: «Condivido le parole di ieri del ministro Spadafora, e di quando in un’intervista di una ventina di giorni fa parlò di contributi alle societa’ dilettantistiche. Ora mi aspetto che questa vicinanza ci sia al di là delle parole. Vanno bene gli impianti da ristrutturare, ma abbiamo bisogno soprattutto di questo starci accanto concretamente da parte del governo. Rientro in campo? Sono in contatto con i presidenti dei comitati regionali e qualche delegato provinciale e posso dire che nelle zone maggiormente colpite dal virus hanno difficoltà a dire che il campionato debba riprendere. Ma io sono perché questo avvenga, quando ci sara’ la sicurezza dal punto di vista sanitario: deve essere il rettangolo di gioco a dare i responsi, e noi vorremmo ripartire. Ma non faccio previsioni sul quando, perché ora non è possibile farlo, visto che i tempi li detta il coronavirus. Mi rendo conto che il calcio professionistico e la SerieA è la locomotiva economica , ma esistiamo anche noi dilettanti, quelli del calcio di base e del sociale. Per raggiungere l’obiettivo di tornare in campo, la parola definitiva deve venire dalle autorità sanitarie e governative. L’esercizio della previsione serve a poco perché potrei essere smentito tra dieci minuti. Io cerco di essere concreto, ho gia’ detto che rischiamo di perdere almeno tremila società, ma se continua così potremmo arrivare a ventimila squadre. Porte chiuse non è quello che auspichiamo, ma è un problema limitato, tolte alcune società come il Palermo che ha un seguito di 20mila persone. E il protocollo sanitario? Quando verrà varato, chi se ne assumera’ i costi nel settore dilettanti? “Come dicevamo prima  abbiamo numeri elevatissimi, e la necessita’ che venga garantita la sicurezza di tutti, giocatori, allenatori, dirigenti, staff e questo e’ il punto vero. Vanno fatti esami ogni quattro giorni? Allora attendiamo le risultanze del comitato scientifico e della federazione per capire chi debba mettere le risorse finanziarie per pagare tutto questo».