Sestile (Pres. Giugliano): «Difficile fare ipotesi, siamo alle prese con la guerra. Gli ammortizzatori sociali…»

«Personalmente sto vivendo questo momento così come penso dovrebbero fare tutti gli italiani, ossia chiuso in casa ormai da circa venti giorni, attenendomi scrupolosamente alle note disposizioni del Governo. Questo anche per un fattore di protezione personale e per quel senso civico che mi impone di avere rispetto soprattutto delle persone più deboli, quelle maggiormente a rischio contagio e che vanno protette proprio comportandoci tutti quanti nella maniera più responsabile possibile. Anche a livello lavorativo e aziendale, siamo completamente bloccati in questo momento e ciò porta inevitabilmente a delle riflessioni importanti. La situazione che stiamo vivendo è tanto simile ad una vera e propria guerra, una cruenta battaglia contro un nemico sconosciuto ed invisibile, e per questo, ancor più insidioso da affrontare. Per usare una terminologia calcistica, direi che siamo in una fase in cui stiamo prendendo le misure al nostro avversario, provando a limitare i danni e cercando di portare il risultato a casa, per vincere questa “gara” tutti insieme, per il bene dell’intera umanità. La speranza di tutti quanti noi, gente appassionata al Calcio e allo Sport in generale, è senz’altro quella di riprendere a giocare. È chiaro però, che a questo proposito ci siano diverse considerazioni da fare. Intanto, pensando a quanto dichiarato qualche giorno addietro dal Ministro Spadafora, che ha annunciato di voler prorogare lo stop ad ogni manifestazione sportiva, allenamenti compresi, sino almeno al 30 Aprile, viene difficile pensare che si possa riuscire a completare la Stagione sul campo entro il 30 Giugno. Questo perché, ammesso che dal 1º Maggio si possa tornare ad allenarsi regolarmente, non si può certo pretendere che si ritorni a giocare delle gare ufficiali senza prima aver effettuato due/tre settimane di preparazione atletica dedicata. Ciò comporterebbe fondamentalmente la ripresa effettiva tra fine Maggio e gli inizi di Giugno, portandoci a giocare per tutto il mese di Giugno, ogni tre giorni sino al 30, o magari sforando a Luglio, chissà. Uno scenario alquanto improbabile, ammesso sempre che entro il mese di Maggio si possa realmente rivedere la luce, cosa che allo stato attuale nessuno può prevedere. C’è anche da ragionare in funzione della prossima Stagione. Se quella in corso ci dovessero essere le condizioni per terminarla regolarmente in piena estate, dovrebbe per forza di cose slittare l’inizio della preparazione per l’annata successiva. E questo è un ulteriore tema che ci si dovrebbe porre più in là, con il serio rischio che anche la prossima Stagione venga condizionata, sotto diversi aspetti, proprio dalle tempistiche con cui si andrà a chiudere questa ancora in sospeso. A mio avviso non possiamo far altro che attendere di vedere come evolverà la situazione legata al diffondersi della pandemia e poi vedere un po’ come ci si potrà organizzare. Per questo credo che fare programmi o ipotesi, ora come ora, sia praticamente impossibile. Pensiamo adesso alla nostra salute, a quello che ognuno di noi può fare nel proprio piccolo per dare una mano ai medici e alla scienza. I Campionati di Calcio, non me ne voglia nessuno, credo debbano passare nettamente in secondo piano dinnanzi ad un problema così drammatico a livello mondiale, che deve categoricamente avere la precedenza su tutto. Pensiamo a star bene, a rialzarci da questo dramma, a ritrovare la nostra quotidianità, facendo ripartire l’economia del Paese. Solo così potremo pensare a quando e come far ripartire anche lo Sport. Le Società dilettantistiche, dalla Serie D in giù, credo rappresentino il 70/80% del movimento calcistico italiano. I Club affiliati alla Lega Nazionale Dilettanti non possono di certo godere di quegli introiti di cui invece beneficiano le Società di Serie A, B e alcune di C. Tra i Dilettanti si resta in attività, al contrario, grazie agli investimenti personali di determinati Presidenti e grazie ad alcune vitali sponsorizzazioni. La gran parte di queste però, è inevitabilmente destinata a venire meno, proprio perché la filiera produttiva in questo momento è limitata solo ad alcuni specifici comparti, quindi è impensabile che si possa contare in un prossimo futuro sul contributo di aziende e attività commerciali ed imprenditoriali, che allo stato sono totalmente ferme ed improduttive. Non si può sapere quante Società effettivamente rischieranno il collasso, ma sono certo che per ridurre al minimo questa possibilità sarà necessario rivedere gli accordi economici tra i Club, la Lega e i vari addetti ai lavori. La paura che accomuna la maggior parte dei Calciatori dilettanti, rispetto all’eventualità di non percepire a lungo lo stipendio, senza nessuna garanzia futura, credo sia più che legittima visto il momento così delicato. In questo senso, siamo tutti in attesa, compreso il Presidente Cosimo Sibilia, di capire come intenderà muoversi il Governo, proprio con riferimento al vastissimo mondo dei Dilettanti. Penso che la creazione di determinati ammortizzatori sociali sia imprescindibile, cercando di tutelare tutti quegli atleti che fanno il Calciatore di mestiere, provando a tutelare coloro che hanno una famiglia anche numerosa da mandare avanti e che non potranno ricevere alcun rimborso dai rispettivi Club chissà fino a quando. Ecco, questa categoria va assolutamente sostenuta e riconosciuta in quanto tale, per il rispetto di migliaia di persone che giustamente, oggi, non vedono nessuna prospettiva dinnanzi a se’. Noi come Società faremo di tutto, per quanto nelle nostre possibilità, per dare una mano ai nostri tesserati, almeno fin quando ci saranno tutti i presupposti per farlo. Non mi piace parlare di Campionato “falsato”, in qualsiasi direzione si dovesse andare alla fine. Specie in questo momento, vedo questi come dei “paroloni enormi” che lasciano il tempo che trovano, soprattutto se collocati in un contesto in cui, non dimentichiamoci, si vive un’emergenza sanitaria drammatica e di fronte alla quale, parole e considerazioni di qualunque natura, perdono totalmente di significato. Possiamo piuttosto ritenere giusta ed opportuna un’eventuale decisione univoca che venisse presa per tutti i Campionati a livello nazionale. Se si delineassero gli stessi scenari finali per ogni Serie e Lega, non penso che si potrebbe gridare allo scandalo. Piuttosto credo che l’essere univoci ed equilibrati nelle decisioni finali, porterebbe tutti noi ad accettare ogni verdetto più o meno di buon grado. Non sarebbe la prima volta, in fondo, che ci vedremmo costretti ad attenerci a delle decisioni a cui non ci si potrebbe appellare. Per questo motivo, si spera quantomeno che si tratti di soluzioni opportune e uguali per ogni Campionato. Nel caso specifico della Serie D, si potrebbe anche pensare, secondo me, ad uno spareggio tra le attuali prime due in classifica nei nove Gironi. Parlando del raggruppamento che ci vede impegnati direttamente, noi siamo abbastanza distanti dalla vetta, ma in caso di ripresa dell’attività agonistica o di sola disputa dei Play-Off, riprenderemo senz’altro la nostra marcia proprio da dove l’abbiamo interrotta poco più di un mese fa. In ottica primo posto invece, sempre immaginando che non si riesca a completare la Stagione sul campo, penso che sarebbe un’ipotesi plausibile quella di far disputare solo uno spareggio tra Palermo e Savoia, così come tra le altre prime e seconde classificate degli altri Gironi. O in alternativa, studiare una soluzione che consenta anche alle seconde di giocarsi le proprie chances per la promozione diretta, magari attraverso dei criteri di ripescaggio ben diversi da quelli che hanno riguardato negli ultimi anni le vincenti dei Play-Off di Serie D. Obiettivamente c’è anche un’ulteriore possibilità in ottica promozione per le varie seconde classificate, o per quelle formazioni che verranno penalizzate dagli scenari eventuali che potrebbero essere delineati a tavolino dalla Lega. Questa possibilità è legata proprio al tracollo economico che subirà almeno il 20/30% delle formazioni di Serie C e D, aprendo quindi la porta ad eventuali ripescaggi in C per quelle Società di Quarta Serie che dovessero fare apposita domanda e dovessero avere i requisiti, tecnici, logistici e finanziari, per potervi ambire. Credo che questo sia uno scenario decisamente concreto, proprio perché, come dicevamo prima, saranno purtroppo tanti i Club destinati a chiudere i battenti, specie quelli che rappresentano Comuni, realtà e territori molto piccoli, poco industrializzati, dove i contributi dei piccoli sponsor e delle piccole attività commerciali erano l’unica fonte di sostentamento. Molte di queste realtà verranno inevitabilmente meno, facendo sì che si aprano le porte di un ripescaggio inatteso anche per quelle Società di D che non venissero premiate da una promozione a tavolino o da un ripescaggio automatico in caso di blocco definitivo di questa Stagione. L’auspicio è quello che nei prossimi anni ogni Società riesca a formare al suo interno una sorta di famiglia, con gli stessi Calciatori, con i tecnici, provando a venirsi incontro reciprocamente, condividendo, affrontando e superando tutto assieme, proprio come già da tempo accade nel Giugliano e noi siamo una famiglia veramente molto unita». Queste le parole del presidente del Giugliano, Luigi Sestile, rilasciate ai microfoni di “Tuttoseried.com” in merito alla ripresa del campionato di Serie D e all’emergenza Coronavirus.