Serie A, parla l’ad De Siervo: «La pirateria è la piaga che depotenzia il nostro calcio. Ultrà? Serve riconoscimento facciale»

L’edizione odierna de “Il Corriere della Sera” si sofferma sull’Ad della Lega serie A De Siervo il quale ha parlato in merito alla pirateria.

«Hai 50 anni e ancora ti occupi di calcio ?». Ugo De Siervo, giurista ed ex presidente della Corte Costituzionale, bonariamente provoca il figlio Luigi che, a dispetto degli studi giovanili («mi sono laureato in Giurisprudenza con il massimo dei voti esono avvocato»), ha scelto un percorso manageriale di prestigio. Con i conti dei club appesantiti dai debiti e alle porte del nuovo bando dei diritti tv da licenziare, l’amministratore delegato della Lega è l’uomo da cui dipendono le sorti del calcio italiano.

De Siervo, qual è lo stato di salute del pallone? «Stiamo attraversando un momento delicato. Da un lato abbiamo ottenuto di avere minori vincoli nella vendita dei diritti tv, con la facoltà di allungare i contratti da tre a cinque anni. Dall’altro stiamo aspettando il provvedimento contro la pirateria, la piaga che depotenzia il nostro calcio. L’attività illegale, gestita secondo le indagini da camorra e mafia, ha causato una perdita di un miliardo in tre anni».

La politica vi sosterrà nella battaglia? «Il ministro Abodi ha preannunciato l’impegno del governo: finora è mancata la norma per un intervento in maniera legale di spegnimento del segnale. Con le leggi attuali occorrono 15 giorni, invece, come succede per la pedopornografia, il segnale dovrebbe essere cancellato in un quarto d’ora.

Come possiamo convincere le tv a investire oggi sulla serie A se non facciamo vedere prima del bando che operiamo in uno stato di diritto? Senza pirati, potrebbero arrivare nuove piattaforme».

Come si risolve il problema degli ultrà? «Dobbiamo portare in tutti gli stadi la tecnologia del riconoscimento facciale affinché il violento dentro o fuori dagli impianti venga bandito per dieci anni. In ogni caso il tema deve essere affrontato dalla politica: anche le famiglie devono poter accedere agli stadi senza timori».

La sua preoccupazione per il futuro? «L’esplosione dei calendari con il nuovo modello della Champions e l’edizione allargata del futuro Mondiale. Questi progetti non ci fanno dormire sonni tranquilli perché le leghe domestiche saranno danneggiate».