Salernitana. Iervolino manda via Sabatini. In bilico anche Nicola

L’edizione odierna de “Il Corriere dello Sport” si sofferma sulla Salernitana e sull’addio a Sabatini.

C’eravamo tanto amati: e per centotrentanove giorni, pur vivendo sospesi su un trapezio ma senza rete di protezione, Danilo Iervolino e Walter Sabatini, tenendosi per mano, hanno sfidato non solo il tempo ma persino il destino, a modo suo ineluttabile e quasi «tragico». Però niente è per sempre è stato scritto da qualche parte, pure sui social, e alle 14.22 o giù di lì quando un tweet ha rotto il velo (nuziale) e trascinato una città dentro ad un altro film surreale, s’è intuito che esistono verità inattaccabili pure nelle frasi fatte: «L’U.S. Salernitana 1919 e il Direttore Sportivo Walter Sabatini rendono noto di non proseguire il rapporto di lavoro per la stagione calcistica 2022-2023. Ringraziandolo per il lavoro svolto e l’impegno profuso la Società augura al Direttore Sabatini le migliori fortune professionali».

ADDIO. E’ successo tutto dentro una notte divenuta buia e persino tempestosa, attraversata in un confronto serenamente serrato tra Iervolino e Sabatini e consumatosi intorno ad una filosofia aziendale talmente diversa da divenire definitivamente divisiva con la revoca della proposta di rinnovo contenuta in una mail che ha troncato qualsiasi ipotesi di improbabile riappacificazione: la natura della frattura, le commissioni da riconoscere al manager di Lassana Coulibaly, 26, architrave d’una salvezza che s’è portato dentro le stimmate d’un miracolo. E intorno a questa strategia, alle abitudini del calcio e ad una tendenza che Iervolino intende combattere, s’è arrivati rapidamente al divorzio.
E NICOLA. La Salernitana ha virato a 360 gradi su se stessa, s’è guardata dentro, ha interpellato Nicola per chiedere se – in assenza di Sabatini – sarebbe per lui cambiato qualcosa, poi comunque ha lasciato che il biennale firmato dall’allenatore l’altro ieri rimanesse nei cassetti, in sede, per farsi un’idea su eventuali rivoluzioni globali. Il calcio incontrato da Iervolino è un mondo affascinante ma da rifondare proprio attraverso una «moral suasion» che tenda a modificare alcuni atteggiamenti e Sabatini, nella sua amarezza a occhio nudo, ha semplicemente buttato lì attraverso Sky un «sono cose che succedono, nulla di importante. Sono orgoglioso della salvezza conquistata e dell’amore ricevuto da Salerno, città alla quale auguro tutto il bene del mondo. Mi spiace, ovviamente, ma il mio progetto – tirare fuori la squadra dalle sabbie mobili – è andato magnificamente a buon fine». E dev’essersi concluso, drasticamente, in quel momento, quando ancora Salerno se ne stava nella sua felicità estrema, figlia di una domenica pazzesca, quella del 22 maggio, vissuta nel tormento d’una retrocessione divenuta l’estasi per un capolavoro (quasi) senza precedenti.

Davide Nicola è (ancora) virtualmente l’allenatore della Salernitana ma le riflessioni sono state avviate e le sagome di Fabio Cannavaro e Roberto De Zerbi sono ricomparse o si sono impadronite dell’orizzonte, intorno alla panchina: quando cominciano i sondaggi, c’è sempre un filo di opacità che inonda il pregresso e pure le prospettive. Ma Iervolino ha cominciato a pensare anche alle figure del diesse ed è partito il casting interno. Però al presidente della Salernitana è venuta (pure) un’idea, nel pieno sviluppo della propria natura di self made man: affiancarsi un manager con competenze tecniche e avocare a sé le dinamiche contrattuali. A volte, in una vita nuova, può nascere la tentazione di ballare da solo.