Rivista Undici: “I tifosi del Palermo possono sempre andare fieri dei propri colori. «Storia di unicità»”

La “Rivista Unidici” dedica spazio al Palermo, partendo dal passato fino ad arrivare alla rinascita odierna. Di seguito viene ricordata l’importanza dei colori rosanero:

“Se c’è una cosa di cui i tifosi del Palermo possono sempre andare fieri, sono certo i colori. Perché sì, «facciamo tutto per i nostri colori», ma i colori non sono tutti uguali. Nel senso che uguali a quelli del Palermo proprio non ce ne sono. «Una storia di un’unicità», la definisce il giornalista e studioso di araldica calcistica Giovanni Tarantino, esperto della storia del club, ripercorsa proprio attraverso le sue casacche nel libro Una storia in rosa e nero (ed. Il Palindromo). Non a caso, il nuovo Palermo ha chiesto a lui di accompagnare con una descrizione le sei maglie sottoposte a un sondaggio online dei tifosi per scegliere la divisa di quest’anno. La prima cosa è sfatare le leggende sui colori stinti in lavatrice – il rossoblù dei pionieri inglesi, come quello del Genoa. Il rosa e nero del Palermo unico al mondo, almeno a livello di divisioni maggiori, è straordinariamente efficace a rivelarne l’anima. Era il 1905 quando il barone Giuseppe Airoldi scriveva questa lettera all’imprenditore e consigliere del club Giosuè Whitaker, ormai iconica eppure ignota al pubblico fino a una trentina d’anni fa: «Caro Giosuè, alcuni amici marinai mi hanno fatto osservare che i colori del Vostro Palermo sono sfruttati parecchio. Il Genova ha i Vostri, i nostri colori. Ieri, Michele Pojero era del parere di mister Blake e di Norman di cambiare il rosso e il blu in rosa e nero. Michele dice che i colori sono quelli dell’amaro e del dolce. I Vostri risultati sono alterni come un orologio svizzero. In avvenire, come raccontava Vincenzo Florio al circolo Sport Club di via Mariano Stabile, quando perdete potete bere sempre il suo amaro di colore nero, mentre il rosa potete assaporarlo nel liquore dolce. La mia salute non è più buona e i dolori della vecchiaia sono tanti, perciò affrettatevi a battere le prossime squadre». Due anni dopo, nel 1907, il Palermo avrebbe indossato per la prima volta la casacca rosanero, quasi una sponsorizzazione ante litteram dei liquori Florio, oggi tornati alla ribalta anche nella letteratura popolare. «È incredibile quanto poco sia stata sfruttata nel tempo questa unicità a livello di marketing», riflette Tarantino, che si appiglia a una «indifferenza antropologica», frutto di secoli di delega ai dominatori della città: «Il palermitano, se gli offendi la squadra o la città, si offende e si difende. Ma poi, quando deve agire per migliorare le cose, non è altrettanto pronto». I tifosi veri, quelli che si dicono tifosi veri, ce l’hanno poi spesso con le strisciate: Juve, Inter e Milan, si intende. Perché gli altri, i tifosi a mezzo servizio, è tra quelle maglie che si vanno a rifugiare. Nel sondaggio per scegliere la nuova divisa, quelle a strisce rosa e nero – strette o larghe – sono arrivate ben lontane dalla maglia vincente, un classico rosa col nuovo logo, sullo sfondo della guerra giurata di alcuni gruppi ultras per scongiurare l’odiata distribuzione dei colori – la democrazia, del resto, ha i suoi rischi”.