Repubblica: “Pigliacelli “il siciliano”, l’eroe di YouTube che a Trapani provò anche a segnare”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma su Mirko Pigliacelli, l’eroe di Youtube.

La solitudine del portiere rimane sempre un piccolo mistero. Capace di suscitare ispirazioni letterarie e analisi psicologiche. Quando vedi in porta Mirko Pigliacelli – che difenderà quella rosanero da quest’anno – tutto ti viene in mente, tranne che quel ragazzo abbia voglia di isolarsi, di rimanere in mezzo ai sette metri e trentadue che distanziano i due pali. Men che meno a presidiare i sedici metri dell’area di rigore come suo lavoro esclusivo. Partecipa, spinge, gioca con i compagni, diventa parte integrante della squadra. Assurge al ruolo di attore protagonista e, se serve ad aiutare il gruppo, arriva a tirare fuori i suoi istinti più ancestrali: quelli da campetto, da oratorio, cresciuti nell’anima sin da bambino.

Per averne conferma basta digitare su YouTube “Frosinone-Trapani portiere”. Si trova subito un’azione che riassume pienamente il carattere di questo ventinovenne portiere romano. È il 6 maggio del 2017, il Trapani sta compiendo una forsennata rincorsa verso la salvezza (si rivelerà vana) ed è sotto di un gol. Pigliacelli ha parato da pochi minuti un calcio di rigore, bloccando il pallone con un balzo verso la sua sinistra. Non gli basta aver impedito che gli avversari chiudessero la gara con la seconda marcatura. Al minuto 82, acchiappa ancora il pallone, sugli sviluppi di un calcio d’angolo avversario, e non ha esitazioni: si lancia in avanti, e inizia a percorrere tutto il campo palla al piede. Supera uno, due avversari, arriva quasi al limite dell’area, quando la difesa del Frosinone si decide a chiuderlo.

È quello il momento in cui pensa. E allora, allarga il gioco sulla destra e serve un compagno: sarà un “quasi gol” mentre lui, Mirko Pigliacelli, torna in porta con uno scatto di ottanta metri. Chissà, forse, se avesse avuto il coraggio e la sfrontatezza di affrontare l’ultimo dribbling, sarebbe entrato in area e avrebbe consegnato alla  storia il più incredibile dei gol. La classica rete da archiviare in ogni cineteca. In realtà, poi, una rete l’ha anche realizzata: nella sua esperienza in Romania con l’Università di Craiova, il tecnico Devis Mangia, infatti, lo ha designato rigorista dopo aver visto fallire alla sua formazione cinque tiri dal dischetto consecutivi. Quattro anni trascorsi da ultimo baluardo in un calcio distante da noi, abbandonato qualche giorno fa con l’amarezza di una rimonta subita. Ma anche con la gioia di saltare sulla sua auto e affrontare la nuova avventura.

Obiettivo Palermo, con tappa obbligatoria intermedia a Roma. Con l’immancabile storia su Instagram, scandita dalle note di “Freed form desire” e ascoltate mentre il muso della macchina macina chilometri di autostrada. Proprio il pezzo musicale che ha fatto impazzire di gioia i tifosi rosanero nell’ultima, magnifica, cavalcata verso la serie B. Non una scelta casuale. Prima  della permanenza in Romania, la sua carriera italiana è vissuta sempre (o quasi) in serie B. La sua preferenza è stata indirizzata verso le città e le squadre in cui avrebbe giocato: Sassuolo, Pescara, Reggina, Frosinone, Trapani, Pro Vercelli. Non gli è mai piaciuto fare il “secondo”, ha sempre scelto di andare dove gli sarebbe stata fornita la possibilità di stare in campo. A Trapani, arrivò nel mese di gennaio, con una squadra allo sbando e con un piede e mezzo in serie C. La sua presenza e la sua energia si rivelarono determinanti in una risalita clamorosa, che condusse i granata ad un girone di ritorno sontuoso, reso inutile solo da due inattese sconfitte nelle ultime due giornate.