Repubblica: “Palermo e Lecce gemellaggio tra ultrà che dura da trent’anni”

Domenica al “Via del Mare” andrà in scena Lecce-Palermo. Le tifoserie delle due squadre sono gemellate tra di loro e prima della partita si incontreranno e andranno allo stadio insieme e poi seguiranno la gara affianco. Di seguito quanto scrive l’edizione odierna de la “Repubblica” proprio su questo gemellaggio:

“La chiamano “fratellanza”. Un rapporto che chi resta fuori dalla realtà della curva difficilmente riesce a capire. Conoscendo i codici di comportamento accettati da chi vive ” oltre la partita” sarebbe molto più facile capire la forza che tiene in piedi il gemellaggio che lega i tifosi del Palermo a quelli del Lecce.
«Il nostro gemellaggio è molto forte — spiega un ultrà rosanero — per me è l’unico che esiste insieme a quello con i nostri fratelli di Padova. Va avanti da anni e non saprei spiegare nemmeno il perché è cominciato. Mi sta bene che ci sia e difenderò questa unione per sempre». Era 1986, si stava decidendo il futuro del Palermo e prima che il commissario straordinario della Figc Franco Carraro constatasse l’assenza delle condizioni minime indispensabili per l’iscrizione al campionato, l’unica società a schierarsi contro la radiazione del club rosanero fu il Lecce di Franco Jurlano: stima e riconoscenza da parte dei tifosi rosanero gettarono le basi per un rapporto fin qui indissolubile. «E continuerà ad esserlo — precisa Domenico, ultrà leccese — qui a Lecce sono arrivate voci di dissidi o addirittura l’intenzione di trasformare il gemellaggio in amicizia (una sorta di declassamento del rapporto, ndr). Non c’è niente di più falso. A Verona con noi in curva c’erano i nostri fratelli rosanero. Domenica sera sarà l’occasione per rinsaldare la fratellanza». L’unione fra gli ultrà rosanero e giallorossi ha resistito a momenti che avrebbero potuto mettere in difficoltà qualunque rapporto. Tutto quello che è successo in campo non ha avuto effetto sul gemellaggio. Certo, c’è chi cita singoli episodi storcendo il naso, salvo poi ricondurre tutto a normali cose di campo come i fischi ai giocatori del Lecce in attacco al “Barbera” o il famoso 7- 1 al ” Via del Mare”, ma nessuno ha mai pensato che questi episodi potessero mettere in crisi il gemellaggio. « Nemmeno quando abbiamo perso 3- 0 a Lecce nel 2003 — racconta l’ultrà rosanero — noi battevamo le mani verso i nostri giocatori, c’era stata l’invasione di campo festosa prima della fine della partita, Maniero che piangeva e i tifosi del Lecce che sono venuti sotto la nostra curva ad applaudire. Poi alla fine della partita il nostro coro ” Palermo, Palermo” applaudito da tutto lo stadio. Alcuni di noi piangevano». I tifosi non ultrà faticano a comprendere certe dinamiche. Alcuni temono che al gemellaggio corrisponda uno scarso agonismo da parte dei giocatori in campo. Ma a guardare i tabellini non si può certo dire che questa sia una partita dal pareggio annunciato. A parte il 3- 0 del 2003 ci sono state altre sfide che avrebbero potuto mettere a rischio i rapporti. Soprattutto per le vittorie dei rosanero in trasferta, dal 4- 2 del Palermo di Delio Rossi, con un gol di Miccoli allo scadere del primo tempo, fino al 7- 1 del 1994. «Ma è normale che i giocatori in campo diano tutto per la maglia che indossano — dice il leccese Domenico — è l’unica cosa che chiediamo ai calciatori: il rispetto per i colori che indossano. Quel 7-1 fa ancora male, ma il Palermo ha fatto il suo dovere e forse qualcuno dei nostri non ha fatto altrettanto. Miccoli dopo il gol chiese di essere sostituito e fu un gesto bellissimo. Lui è un po’ il simbolo del nostro gemellaggio: non se la sentiva di giocare, quando lo ha fatto ha dato il massimo e ha segnato»”.