Repubblica: “Palermo, comune nella bufera. E il ragioniere generale si sfogò al telefono: “Le entrate sono gonfiate””

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla bufera che sta investendo il comune di Palermo.

«Mi mancano un sacco di soldi — sbotta un giorno Bohuslav Basile — entrate gonfiate dei tributi, minchia mi viene da piangere» . Il 23 agosto 2019, il ragioniere generale del Comune di Palermo oggi indagato sta parlando con il collega di Villabate Ignazio Tabone del bilancio di previsione appena approvato. È molto preoccupato, come già aveva detto un mese prima, e non sospettava di essere intercettato dalla Guardia di finanza: «Ignazio, siamo falliti, siamo falliti — queste le sue parole, il 24 luglio — non voglio rimanere schiacciato, io non lo so gestire il dissesto». Il 2 settembre, Basile telefona a Sergio Pollicita, il capo di gabinetto del primo cittadino, oggi pure lui indagato: « Ho finalmente ottenuto l’incontro col sindaco», gli dice. «Ho fatto un memorandum riservato di quattro pagine all’assessore e al direttore generale, gli ho scritto quali sono i motivi per cui il bilancio prossimo e gli altri che seguiranno non si possono fare tecnicamente, cioè mancano una decina di milioni».

Per la procura di Palermo, le intercettazioni fatte dal nucleo di polizia economico finanziaria contengono la prova che gli ultimi bilanci del Comune sarebbero falsi, perché fondati su “ entrate gonfiate”, proprio come diceva il ragioniere generale. In questa inchiesta sono indagati il sindaco Orlando e altri 23 fra ex dirigenti e assessori.

Le stesse parole di Basile utilizzava un’integerrima dirigente del Settore Tributi, Maria Mandalà, che al telefono con il ragioniere generale si sfogava: « Voglio vedere appena gli scriviamo che le previsioni sono tutte gonfiate, che le pratiche non sono lavorate, che il ruolo è sporco, che lotta all’evasione non se n’è fatta per niente».

La dottoressa Mandalà, non coinvolta in questa inchiesta, aveva appena preso il posto di Leonardo Brucato ( che è invece indagato), si era trovata davanti a una drammatica situazione di “ inoperatività”, come la chiama la Guardia di finanza nel rapporto inviato al pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis, il 3 giugno dell’anno scorso. « Oggi, me lo sono fatto quantificare — diceva, il 29 luglio 2019 — sono più di diecimila pratiche non assegnate » . In tanti, troppi, non pagavano i tributi comunali. Due giorni dopo, Basile telefonava allarmato all’assessore al Bilancio, Roberto D’Agostino ( anche lui oggi indagato): « Brucato va licenziato… Appena approfondirò queste cose lo prenderò a calci nel culo». E parlava di una relazione predisposta dalla dirigente Mandalà: «Parla di diecimila pratiche inevase, ma dico è pazzo? Questo è stato il capo dei tributi. Mette in discussione gli equilibri di bilancio… pure Maria dice: “ Ma su quali basi sono state fatte queste previsioni”».

Eccole, le previsioni gonfiate. Il 2 agosto 2020, l’assessore D’Agostino confidava al collega Giuseppe Mattina: «Tu lo sai cosa mi ha lasciato Brucato, per cui stiamo facendo un procedimento disciplinare pesante. Abbiamo delle situazioni fasulle per quanto riguarda le entrate. Abbiamo dichiarazioni false per quanto riguarda gli accertamenti». La Tosap, ad esempio: «Ci sono problemi molto gravi — diceva Daniela Rimedio, ex dirigente del settore Tributi (è indagata) a Basile — mi hanno fatto scrivere trenta milioni che non stanno né in cielo né in terra » . Scrive la Guardia di finanza: « La dottoressa Mandalà ha trovato che la concessione delle antenne della Rai in 30 anni non è stata mai pagata e che solo negli ultimi cinque anni ammonta a circa venti milioni » . Basile spiegava a Sebastiano Orlando (pure lui indagato), è il presidente dei revisori dei conti: «La Tosap è considerata un tributo minore, non paga nessuno».