Repubblica: “Nel derby dei diritti: Champions alla Rai, Mondiali al Biscione”

Questo quanto riporta l’edizione odierna de “La Repubblica” in merito ai diritti televeisivi di alcune competizioni calcistiche: “Mediaset morde, la Rai risponde. La famiglia Berlusconi ha in pugno i Mondiali di calcio di Russia, i Mondiali dell’amico Putin in calendario nell’estate del 2018. La Rai, che è un’azienda pubblica e deve salvaguardare il conto economico, non si è avventurata in un’asta al rialzo sulla coppa del mondo, la prima senza l’Italia dopo 60 anni. Ha puntato allora sulla Champions, che tornerà sui suoi schermi a 6 anni dalla finale Chelsea-Bayern del 2012. Viale Mazzini – raccontano fonti governative – ufficializzerà a breve la conquista della “ finestra free” della Champions. La migliore gara di ogni mercoledì, dell’edizione 2018- 2019, sarà visibile gratis, sempre sulla prima rete e in prima serata. Sarà la partita di un’italiana: le quattro squadre ammesse ai gironi nella nuova formula si alterneranno nei giorni di gara ( due al martedì, due al mercoledì). La Rai avrà una partita alla settimana anche nella seconda fase: il suo pacchetto comprenderà, alla fine, 15 gare tra cui la finale di Kiev. La tv di Stato, invece, non si svena per i Mondiali di Russia. Su questo evento, si è lanciata con forza Mediaset (su input preciso di Adriano Galliani). Il gruppo Berlusconi ha offerto molto – 78 milioni – e ha conquistato le 64 partite al palinsesto di Canale 5 e Italia 1. Ora, per superare l’offerta del gruppo Berlusconi, la televisione pubblica avrebbe dovuto muovere 85 milioni, come impongono le regole dell’asta. Nei calcoli di Viale Mazzini, questo esborso sarebbe stato coperto per oltre il 50% dal canone che pagano le famiglie. Era giusto impiegare il canone in questa direzione? È servizio pubblico un evento senza l’Italia? La Rai ha scelto di fermarsi anche perché una spesa di 85 milioni – certo non coperta dalla pubblicità, sottoposta ad affollamenti rigidi – si sarebbe avvertita sui conti 2018. Il bilancio sarebbe stato chiuso con un rosso di 60 milioni. Peraltro molte partite russe si giocheranno alle 20 ora italiana. E la loro messa in onda avrebbe imposto di anticipare l’edizione serale del Tg1. Un ulteriore grattacapo. La Rai ha comprato intanto, da Discovery, i diritti delle Olimpiadi invernali di Pyeongchang in Corea del Sud (al via il 9 febbraio del 2018) e opzionato quelle estive di Tokyo del 2020. Nel mirino della tv di Stato, per tornare al calcio, restano le tre prossime edizioni della Coppa Italia, all’asta nel 2018. Ma anche qui, come per i Mondiali di Russia, la Rai rischia di trovare sul suo cammino Mediaset, che le contenderà l’evento. E così la Coppa Italia – che costò a Viale Mazzini 21 milioni la volta precedente – potrebbe lievitare molto nel prezzo. E Sky, in tutto questo? I Mondiali di Russia segnano una svolta nella strategia della pay- tv. Se prima Sky era disposta a spendere qualsiasi cifra pur di dare tutto ai propri abbonati, stavolta è apparsa defilata. La storia insegna, d’altra parte, che un evento del genere non porta nuovi abbonati, non in pianta stabile. Viceversa Sky è a un passo dal conquistare tutti i gran premi della prossima Formula 1. La Rai – che quest’anno ha proposto 10 gran premi in diretta e 10 in differita – ha presentato un ampio ventaglio di offerte, ma sembra fuori gioco. Il pronostico è che la Formula 1 vada in esclusiva ( pay) su Sky mentre Viale Mazzini tenterà di comprare i diritti quantomeno di Monza. Le regole Ue la aiutano perché impongono la messa in onda gratuita di questo evento. Sky, ovviamente, è favorita nella corsa all’intera Serie A per i prossimi tre anni. Mediaset Premium dovrebbe accontentarsi di un pacchetto di 8 club ( perdendo una big, forse la Roma). Infine un pacchetto di gare – poche, ma di richiamo – finirà in pancia a un editore di Internet. Favoritissimi gli inglesi di Perform Group“.