Repubblica: “La famiglia del calciatore non si è mai arresa. Il giallo Bergamini, ex fidanzata a processo dopo più di trent’anni”

L’dizione odierna de “La Repubblica” analizza la questione sul giallo Bergamini, con il processo ancora in atto dopo 30anni.

Trentadue anni non finiscono, ma cominciano oggi. Perché a Cosenza, questa mattina, inizierà il processo per quello che avevano fatto credere fosse un suicidio. E, invece, sembra proprio essere un omicidio. L’omicidio di Denis Bergamini, centrocampista del Cosenza di fine anni ’80, capelli biondi su una maglia rossoblù. Un cold case. Ma soprattutto una battaglia di verità e giustizia, di infinito amore e interminabili bugie, una battaglia condotta dal padre, la madre e dalla sorella gemella di Denis, Donata, che non hanno smesso mai di crederci anche quando accanto e dietro non era rimasto più nessuno. Se non il suo avvocato, Fabio Anselmo, il legale della famiglia Cucchi e Aldrovandi, dunque l’avvocato di chi non si arrende.

Oggi i genitori di Denis non ci sono più ma — come dice l’avvocato Anselmo — «avevano ragione». Avevano ragione perché il 18 novembre del 1989, Bergamini — aveva 27 anni, da quattro giocava a Cosenza in serie B, dove era uno dei giocatori più forti e amati — è certo (secondo la Procura) che non si suicidò, come eppure aveva giurato la fidanzata dell’epoca, Isabella Internò. La donna aveva raccontato che, dopo un litigio in una piazzola sulla statale 106, a pochi chilometri dal centro di Roseto Capo Spulico, Bergamini si era lanciato sotto un camion che passava da lì. Tutti, al principio, le avevano creduto, nonostante enormi buchi e contraddizioni nella ricostruzione che aveva proposto.