Repubblica: “I Signori della Curva spa tra manganelli e Cosa nostra. Viaggio all’interno delle curve italiane”

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla situazione delle curve italiane. Ecco quanto riportato: “Le curve sono diventate aziende, o spa. E le aziende e le spa si scalano. E siccome i criminali hanno metodo, lo fanno meglio di chiunque altro. E non smettono. Ogni curva ha un amministratore delegato (il capo che comanda), un cda (il “direttivo” che ratifica), dei dirigenti (i colonnelli del leader). E i dipendenti: spesso inconsapevoli. Questi ultimi, gli ultrà “normali”, sono gli “operai”, la manovalanza. Fino 10 o 15 mila persone nelle grandi curve, Juventus, Inter, Milan, Lazio, Roma, Napoli. Lassù in alto ci sono loro: i “signori del tifo”. Che sono anche picchiatori, perché in curva il potere si conquista pestando, col metodo squadrista. Non è un caso che l’ultradestra spadroneggi. Spietati nel regolare conti, abilissimi nel farli. Specializzati, oltre che nel controllo militare degli spalti, anche nel ricattare le società: l’affare più lucroso — come testimoniano gli arresti di Torino —, più della gestione del merchandising e delle trasferte, sono ancora i biglietti “pretesi”. Un business che sopravvive al biglietto nominativo. Gli imprenditori di “curva spa” si chiamano Dino Mocciola, Umberto Toia, Loris Grancini (i capi ultrà della Juventus in manette); Franco Caravita, Vittorio Boiocchi, Nino Ciccarelli (Inter); Luca Lucci e Giancarlo Lombardi (Milan); Claudio Corbolotti, Franco Costantino, Vincenzo Nardulli e Yuri Alviti (Lazio, gli “eredi” di Fabrizio “Diabolik” Piscitelli), Massimiliano Diaferio (Roma). Ogni leader dà la sua impronta: affaristica, criminale, politica, violenta. E nel calderone ribolle di tutto. A contendersi il dominio nella curva Sud romanista sono il “Gruppo Roma” (nato dalle ceneri dei “Padroni di casa”, emanazione di CasaPound allo stadio), i “Boys” e i “Fedayn”: i primi due sono neofascisti come “Ultimo Baluardo” (guidato da Giuliano Castellino di Forza Nuova, ora in carcere). I “Fedayn”, gli unici a impronta sinistrorsa, nascono al Quadraro, il quartiere di Piscitelli e infatti il loro capo, Massimiliano Diaferio, 49 anni, un passato da sorvegliato speciale e un carabiniere accoltellato a Verona, di Diabolik era “amico”, sono cresciuti insieme. Vecchi sodali sono anche Vittorio Boiocchi e Franchino Caravita, leader storici dei Boys dell’Inter: sabato sera durante Inter-Udinese si sono presi a pugni per un coro cantato dagli ultrà in onore di Boiocchi che, dopo 30 anni di carcere (narcotraffico e rapina), si è riaffacciato in curva Nord. A prenderle è stato Caravita. Ma ieri i due hanno postato una foto insieme, il dito medio alzato. “La Nord è una grande famiglia!”. Già. La famiglia dei saluti romani, delle spranghe e dei buu razzisti ai giocatori di colore. L’ultima vittima è stato Franck Kessié del Milan. A prenderlo di mira, gli ultrà neonazisti dell’Hellas Verona (il capo è Luca Castellini). Cosa incredibile: la società, anziché prendere le distanze, ieri mattina fa un tweet per dire che l’ululato scimmiesco non si è sentito, che non erano cori razzisti bensì fischi per le decisioni arbitrali. Ma torniamo a Vittorio Boiocchi. La sua storia criminale incrocia quella dei clan di Cosa Nostra (Fidanzati e Guzzardi). Un’ulteriore traccia di ciò che è noto: mafia siciliana e ’ndrangheta, da qualche anno, hanno fatto il loro ingresso nelle curve. A San Siro come all’Allianz Stadium di Torino. La criminalità organizzata infiltra i gruppi per fare soldi. Triangolazioni. Giancarlo “Sandokan” Lombardi, che comanda la Sud del Milan assieme al “Toro” Luca Lucci (fotografato con Salvini quando era ministro), finisce indagato in un’indagine per riciclaggio con manager vicini al già citato clan Fidanzati. Lombardi è in rapporti con Loris Grancini, capo dei Viking della Juventus in carcere per tentato omicidio e a sua volta in contatto con le cosche Sergi e Papalia e con la famiglia Lamarmore. Tifo e ’ndrine. Gruppi ultrà composti da “batterie criminali”. Altro esempio: i “Black Devil”. L’anno scorso il gruppo tenta di ritagliarsi un posto nella curva milanista. Dominus è Domenico Vottari, classe ’69, originario di Melito Porto Salvo. Scontata una condanna per omicidio, vive a Cesate, hinterland milanese, e secondo diverse informative di polizia ha contatti con personaggi della ’ndrangheta. Il “colonnello” di Vottari a San Siro si chiama Moreno Fuscaldo. Per i Black Devil lo sbarco in curva non è stato facile: personaggi legati alla potente cosca Papalia non erano d’accordo. Poi il “cda” della Sud trova un accordo. L’ultima parola è stata di “Sandokan”. Lombardi, noto anche per le sue idee di estrema destra, è pluridaspato: allo stadio non ci va. Comanda da fuori. Lo faceva già nel 2006-07, quando il pm Luca Poniz (oggi presidente dell’Anm) lo accusa di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione. I suoi “Guerrieri” ricattavano il Milan: posti e potere in curva in cambio del quieto vivere. Quando il club non abbassa la testa, gli ultrà contestano lanciando fumogeni in campo. Dieci anni dopo, le logiche sono sempre le stesse. Fuori i biglietti o intoniamo cori razzisti, e vi multano (pagano le società). Milano Torino Roma. Tutto cambia e niente cambia nelle aziende del tifo”.