Repubblica Genova: “Le tentazioni ricorrenti di Preziosi e il nuovo ruolo della Fondazione. La folla di Palermo…”

Potrebbe essere l’ultimo derby sia per Massimo Ferrero che per Enrico Preziosi, rispettivamente i presidenti di Sampdoria e Genova. L’edizione odierna de “La Repubblica Genova”, fa il punto sul lato rossoblu e sulla continua tensione tra i tifosi e il patron, intanto sullo sfondo ci sono notizie contrastanti che vedono Preziosi interessato al Palermo. Il presidente non se la sente di venire in uno stadio che non lo ama più. Lo strappo con la tifoseria è profondo è ormai difficilmente ricucibile. A contestarlo non sono più solo i gruppi ultrà o i tifosi più caldi della gradinata. La perdita di consenso nei confronti di un presidente al quale l’aspetto sportivo sembra risultare solo un fastidioso obbligo è ormai generalizzata e ha coinvolto anche la parte più moderata del tifo rossoblù. C’è per esempio un gruppo di tifose, tutte rigorosamente donne, che avevano fondato un club e l’avevano chiamato le “preziose” proprio in onore del presidente. Ma con l’esasperata politica delle plusvalenze, Preziosi si è giocato anche loro. Nei giorni scorsi si sono riunite in assemblea e hanno preparato una lunga lettera che hanno inviato in sede: “Le chiediamo di non farci passare per un supermercato, oltretutto discount. Sogniamo un presidente che curi i suoi ma anche i nostri interessi con un occhio al bilancio ma con uno anche ai risultati”. Firmato: le genoane arrabbiate. E c’è fermento anche all’interno della Fondazione, l’organismo nato dopo la malaugurata vicenda legata a Genoa-Venezia, con lo scopo di promuovere la genoanità ma anche come strumento di controllo sulla società. Il ritorno dell’avvocato D’Angelo, ma anche di Luca Barabino e Paolo Gatto ridà piena autonomia alla Fondazione e così anche la possibilità di monitorare con attenzione le strategie societarie. Ormai a sostenere Preziosi è rimasto solo un manipolo di irriducibili fedelissimi. Il presidente del Genoa se si presentasse un acquirente sarebbe ben disponibile a lasciare il club rossoblù dopo quasi vent’anni e magari provare a puntare su altri lidi e nuove sfide calcistiche. Infatti, Preziosi aveva preso informazioni sul Palermo dove avrebbe potuto ripartire da una folla, che almeno per i primi anni, lo idolatrerebbe proprio come era successo a Genova. Il problema è che il Genoa in questo momento non è una società che attiri potenziali investitori. Ne aveva avuti diversi in passato: alcuni affidabili, altri meno. Tutti però si erano volatilizzati davanti all’impossibilità di una due diligence condivisa: ovvero controllo accurato dei conti, prima di mettere qualunque tipo di firma. Sino a quando non si avrà un quadro certificato della situazione debitoria di fatto il Genoa non sarà una società vendibile, anche se l’appeal del club rossoblù resta sempre alto e informalmente più di un soggetto nel passato anche recente ha fatto un pensierino a comprare la società più antica di Italia.