Repubblica: “Ferrero vuole da York Capital 150 milioni. Ma lui non ha investito un euro…”

Genova, 01/11/2014 Primavera/Genoa-Sampdoria Carlo Osti (d.s. Sampdoria)-Massimo Ferrero (presidente Sampdoria)

Ferrero non ha come priorità la cessione della Sampdoria, ma se dovesse farlo non lo farebbe per meno di 150 milioni di euro. È questa la cifra che ha chiesto e York Capital sta valutando se e quando trasmettere la propria offerta al numero uno doriano. In campo dovrebbe comunque scendere il fondatore del Fondo York, ovvero mister Dinan che sembra intenzionato ad investire a Genova. Ferrero intanto prova a guadagnare tempo. A breve Vialli dovrà sciogliere la riserva con la Federcalcio, che gli ha offerto il ruolo di accompagnatore ufficiale della Nazionale di Roberto Mancini. In assenza di uno sbocco alla trattativa avviata da York Capital, Gianluca dirà sì a Gravina. È molto improbabile che York accetti la richiesta di 150 milioni di parte di Ferrero. Legittimamente scala dal totale i costi delle esposizioni cresciute a causa delle spese della ristrutturazione del centro di Bogliasco: 20 milioni di euro; soggette ad aumentare a causa degli ulteriori investimenti previsti in joint venture con il Genoa per ridare un aspetto decoroso al Ferraris. Altri 30 milioni di euro. Sulla gestione corrente, nessun problema. Gli ultimi tre esercizi si sono chiusi in attivo (per 3, 9 e forse 4 milioni di euro). La società è a regime e questo è un merito indiscutibile e indiscusso. Ferrero aveva attaccato i petrolieri Garrore dicendo  “che non hanno fatto nulla per la Sampdoria (in realtà ci hanno speso a fondo perduto oltre 300 milioni di euro in 12 anni, ndr) e mi hanno lasciato 160 milioni di debiti”. Duccio Garrone nel 2002 salvò la Sampdoria dal fallimento e dal precipizio della serie C, accollandosi 40 milioni di debiti pregressi. I 160 milioni di debiti indicati da Ferrero (bancari, con la Lega e per il leasing del marchio) furono in realtà all’incirca appena 16, al netto delle contribuzioni finanziarie versate dai Garrone in due tranches, di 15 e 7 milioni di euro. La situazione debitoria era stata (ed è tuttora, per la quota parte residua) garantita con fideiussioni bancarie da Edoardo Garrone. Ferrero si è limitato a coprire, con puntualità, le rate del mutuo a suo tempo acceso nell’ambito del contratto di affitto del marchio-Sampdoria. Il contratto di utilizzo del marchio “Sampdoria” tra la Sampdoria e la controllante Sport Spettacolo Holding srl (che fa capo a Ferrero stesso) gli frutta peraltro 3 milioni di euro a stagione. Nessun aumento di capitale, nessun versamento da parte dell’azionista di maggioranza (cioè lui) e nessuna rinuncia a crediti, comunque inesistenti: nei quasi cinque anni di gestione si è proceduto sempre e solo per via di autofinanziamento. Ricapitolando, scrive “Repubblica”: Ferrero non ha speso un euro per diventare il padrone della Sampdoria. E non ha investito un euro nella Sampdoria. In compenso nella stagione corrente come presidente e ad Ferrero percepirà come già in passato – uno stipendio salito a 1.140.000 euro, oltre ad altri 60mila euro come componente del cda. Al lordo delle tasse. Incasserà l’affitto della sede di Corte Lambruschini (148mila euro annue), intestata alla Sport Spettacolo Holding che fa capo a lui medesimo. Trasferita la sede a Bogliasco, Corte Lambruschini sarà riaffittata o venduta.