Repubblica: “De Zerbi vuole diventare grande e vincere la partita contro gli scettici”

È facile dire che, rispetto a Simone Inzaghi, Roberto De Zerbi ha una squadra certamente più debole. È facile quanto specchio fedele della realtà. Non bisogna essere dei grandi esperti di calcio per capirlo mettendo a confronto le rose di Palermo e Lazio. Ma forse sta anche in questo la sfida che il tecnico bresciano ha lanciato a tutti, primo tra tutti a se stesso. La sfida di chi ha deciso di fare il grande salto dalla Lega Pro alla seria A senza avere la rete di protezione sotto. Un trapezista che si esibisce nel triplo salto mortale rischiando in prima persona sapendo che questo è un passaggio per conquistare i palcoscenici più importanti e dare prestigio alla sua panchina. E, fuori di metafora, De Zerbi ha chiaramente fatto capire che questa opportunità vuole giocarsela con le sue carte, che vuole andare dritto per la sua strada perseguendo quelli che sono i concetti base di quel calcio che dal Foggia lo hanno portato al Palermo e, quindi, in serie A. I suggerimenti, a vario titolo, sono bene accetti, ma l’ultima parola, come è giusto che sia, spetta solo a lui. Ed è seguendo questa linea comportamentale che De Zerbi sta preparando la sfida alla Lazio di domani, quella sfida che per lui potrebbe essere decisiva. Perché se è vero che Zamparini, nel summit di lunedì successivo alla sconfitta di Bologna, gli avrebbe “suggerito” di giocare con la difesa a tre e di accantonare Diamanti, è altrettanto vero, almeno stando alle indicazioni della vigilia, che De Zerbi andrà avanti per la sua strada: difesa a quattro e Diamanti in campo. È la scelta di chi è convinto delle sue idee e, a differenza di molti allenatori del Palermo del passato che assecondavano le indicazioni del presidente o gli dicevano un cosa per poi farne puntualmente un’altra, De Zerbi ha fatto capire a Zamparini, con il quale comunque mantiene un rapporto improntato sul dialogo e la franchezza, di volere rischiare in proprio e che la formazione e chi mandare in campo sono scelte che gli competono. Perché una cosa si può dire in assoluto in tutte le categorie: in panchina si cresce anche in questo modo, portando avanti le proprie idee che, è il caso di De Zerbi, devono fare i conti con il materiale umano che hai a disposizione. De Zerbi vuole diventare grande e uno dei passaggi fondamentali è proprio quello di domani nel quale l’allenatore del Palermo si troverà davanti un quasi coetaneo che invece sta già raccogliendo risultati pur essendo, anche lui, un quasi esordiente in serie A. Quella di domani sarà la panchina numero dodici di De Zerbi che con i suoi trentasette anni è l’allenatore più giovane del nostro campionato. C’è chi rimprovera di avere accettato Palermo con il rischio di bruciarsi, ma basta tornare indietro alla sua conferenza stampa di presentazione a Boccadifalco per capire che De Zerbi questa eventualità l’aveva messa ampiamente nel conto, ma che ha deciso di giocarsi l’opportunità che gli veniva dato come avrebbe fatto la stragrande maggioranza dei giovani allenatori con la prospettiva di esordire in serie A. Adesso gli serve la stessa determinazione messa sul piatto esattamente tre mesi fa, quando decise di accettare la panchina del Palermo e sostituire Ballardini. La sua sfida è appena all’inizio, ma perché vada avanti serve una grande prova della sua squadra contro la Lazio. Una squadra che, a parole, ha sempre detto di essere schierata con il suo allenatore e domani avrà l’opportunità di fare vedere questo attaccamento al tecnico anche con i fatti. Tutto per dimostrare che anche De Zerbi ha un gruppo sul quale fare affidamento e non fargli guardare Simone Inzaghi come ad uno bravo ma anche fortunato perché capitato all’esordio sulla panchina giusta“. Questo quanto si legge nell’edizione odierna de “La Repubblica”.