Repubblica: “Calcio a rischio crac e ora per salvarlo servono i campioni. Previsioni nere per i club, dopo Haaland, toccherà a Messi e Ronaldo invertire la rotta”

Tante incognite nel futuro del calcio dopo l’emergenza Coronavirus, la prima a ripartire è stata la Bundesliga, adesso toccherà anche agli altri campionati. L’edizione odierna di “La Repubblica” fa il punto della situazione su un finale di stagione tutto da scrivere e l’incognita della prossima stagione. Già, perchè la finale di Champions prevista per il 29 agosto,  rende strettissimi i tempi per i via dei campionati e del calciomercato. In più l’Europeo dovrà cominciare l’11 giugno del 2021, quindi i tornei non potranno spingersi troppo in là, molto probabilmente ci saranno tre giornate fisse a settimana, con inizio dei campionati previsto per l’1 ottobre.
Ieri la Figc ha consegnato a Spadafora la bozza di protocollo medico per il campionato. Ricalca quello per gli allenamenti collettivi, con una novità: l’indicazione che, in caso di calo della curva dei contagi, i test con i tamponi possano essere meno frequenti e via via sostituiti dai sierologici. Resta, legato sempre alla verifica sull’andamento della pandemia, il nodo della quarantena di gruppo se c’è un contagiato: la decisione spetta al medico della Asl e non vale solo per il calcio, ma per tutti gli sport. In tutto questo il calcio subirà un contraccolpo non da poco. Secondo Marion Laboure, analista della Deutsche Bank e docente ad Harvard, saranno le società medio- piccole, che basano i loro introiti sui trasferimenti dei migliori calciatori, a subire il contraccolpo della crisi di liquidità dei grandi club, acquirenti naturali di ogni talento e perciò destinati alla scissione con una Superlega: unico antidoto, il tetto salariale degli sport professionistici Usa. L’economista francese ha elaborato uno studio sulle perdite nella stagione in corso delle big 20, le più ricche della classifica Deloitte, e una doppia simulazione per il 2020-21: una per l’eventualità di partite con pubblico fisiologicamente ridotto (minori incassi da stadio e da sponsor), l’altra a porte chiuse (zero introiti da stadio e -20/30% di diritti tv). È quest’ultimo lo scenario più fosco, con fatturato quasi sempre dimezzato o di più: il Barcellona perderebbe 450 milioni di euro rispetto agli 841 dell’ultimo, il Psg 360 su 636, la Juventus 215 su 460, l’Inter 215 su 460, la Roma 90 su 231, il Napoli 70 su 207.