Repubblica: “Boscaglia «Squadra incompleta la società sa che giocatori servono»

L’edizione odierna di “Repubblica” riporta le parole del tecnico del Palermo Roberto Boscaglia.

«Abbiamo lavorato molto bene – dice – L’unico problema è che non siamo completi. Ma è lo stesso per tutti: le squadre di C ad oggi non hanno nemmeno iniziato a fare il mercato. C’è una buona base che deve essere completata». Cosa manca? «Abbiamo parlato con la società sia dello sviluppo tattico che abbiamo in mente sia delle caratteristiche di chi dobbiamo prendere. Mi fido ciecamente di Castagnini e Sagramola che conoscono il mio modo di intendere il calcio. Guarderemo a caratteristiche ed esperienza: non conta l’età, ma i campionati che si hanno alle spalle.
Abbiamo Lucca e Silipo che non ne hanno tanti, ma hanno colpi e il futuro è loro. Ma in un campionato duro come quello di C si entra gradualmente. Tutti quelli che sono nel Palermo, però, sono potenzialmente titolari».
Quante pedine? «Manca un attaccante che possa fare la seconda punta e si scambi con gli esterni. Sicuramente l’attacco avrà bisogno di qualche pezzo. Sagramola ha detto che mancano quattro o cinque elementi perché abbiamo parlato e sa meglio di me cosa serve: integrare tutti e tre i reparti».
Quanto le mancherà Martinelli? «L’ho avuto due anni a Brescia.
L’aspetto umano prende il sopravvento perché per un giocatore a 27 anni smettere è molto triste. Lui è un ragazzo straordinario, non solo in campo ma soprattutto fuori. La sua assenza si farà sentire. È stato un grandissimo dispiacere. Non so se la società pensa di dargli l’opportunità di lavorare nel Palermo». Sorpreso dall’eterno Santana? «Lo stiamo gestendo com’è giusto che sia per l’infortunio che ha avuto e per l’età che ha. Ma sta bene, ogni tanto lo facciamo lavorare a parte per precauzione, ma è uno di quelli che sta meglio. Se il campionato iniziasse oggi sarebbe disponibilissimo».
Ma invece il campionato potrebbe anche slittare. «Ci sono abituato. Ho una storia particolare: con la Virtus Entella due anni fa abbiamo iniziato a giocare a novembre. Se si rinvia di una settimana forse ne beneficeranno le squadre non ancora complete. Ma sarà una condizione uguale per tutte».
Tiene ancora il taccuino sotto il cuscino? «Ho l’abitudine da decenni di annotare le idee quando arrivano. L’importante è segnare subito tutto».
Hanno influito sul lavoro il campo ristretto e l’impossibilità di fare amichevoli? «Spesso si deve fare di necessità virtù, il posto è splendido e il campo più piccolo non crea tanti problemi. Giochiamo fra di noi, altrimenti dovremmo affrontare trasferte di sette o otto ore». Chi sarà il capitano?
«Deve essere un giocatore di movimento, che abbia la personalità di farsi seguire dai compagni e parlare in un certo modo con l’arbitro».