Radrizzani: «Diritti tv? Dobbiamo cambiare distribuzione. Bisogna vendere singole partite»

Andrea Radrizzani, presidente del gruppo Aser Ventures e del Leeds United, ha preso parte oggi all’evento organizzato dal Financial Times: “Business of Football Summit” durante il quale ha parlato dei diritti tv del calcio e della loro distribuzione nei prossimi anni. Ecco le sue parole:

«Penso che questa sia una fase cruciale del mercato, come abbiamo visto in Francia, la decisione sbagliata ha portato ora il campionato francese a soffrire. Ma penso che in questo momento di crisi sia necessario guardare ad un nuovo modo e cambiare la distribuzione.

Penso che le Leghe e i club debbano essere maggiormente in controllo nelle strategie e nel distribuire i diritti tv ai clienti e costruire una strategia a lungo termine, più che trovarsi nella situazione di dover consolidare il mercato ogni 3 anni e magari l’offerta può diminuire o un nuovo player promette un accordo fantastico e poi sparisce e non si concretizza. Dobbiamo essere più in controllo della strategia e garantire a noi un giusto ricavo», ha sottolineato.

Poi, a proposito del ruolo delle pay tv: «In questa fase delicata vediamo che gli introiti delle pay tv si abbassano, o nel migliore dei casi rimangono uguali, dobbiamo trovare una soluzione diversa e usare la tecnologia e la digitalizzazione per raggiungere più pubblico e democratizzare gli eventi. In questo momento per usufruire bisogna abbonarsi alla pay tv pagando 30, 40 o 50 dollari al mese e questa è una limitazione per le tasche di tutti, specialmente in un momento di crisi come questo. Questo, inoltre, incentiva la diffusione della pirateria. Se vogliamo combatterla, dobbiamo cambiare la moderna distribuzione», ha aggiunto Radrizzani.

«Dobbiamo pensare all’accesso diretto per una sola partita a 3, 4 o 5 dollari, senza abbonamenti. Il problema di questo momento è che usiamo un modello di distribuzione di 15 anni fa e questo è un grosso limite per le nuove generazioni che non vogliono legarsi ad un abbonamento ma vogliono maggiore flessibilità di decidere cosa guardare e quando. Purtroppo, non abbiamo una soluzione valida per tutto il mondo, ma ogni paese e ogni mercato ne deve trovare una giusta», ha concluso.