Quell’odiosa capacità di distruggere tutto

Un solo punto e tanta delusione. Un bruttissimo Palermo ieri sera ha pareggiato in casa contro un Padova che non più nulla da chiedere a questo campionato. Al Renzo Barbera è maturato un pareggio che, classifica alla mano, non serve a nessuna delle due squadre. Né al Palermo in ottica promozione diretta, né al Padova in ottica salvezza. Una brutta gara e la cosa clamorosa è che a mangiarsi le mani per non aver fatto punteggio pieno è proprio il Padova. Se Capello non avesse tirato così male quel calcio di rigore, oggi chissà di che partita staremo parlando. Se il Padova non avesse mollato nei minuti finali, oggi chissà di che partita staremo parlando.

E il Palermo? Beh, il Palermo sembrava essere sceso in campo con il piglio delle ultime partite. Sembrava, perché di fatto nel corso dei 90 minuti non si è mai avvertita la netta differenza in classifica tra le due squadre. Differenza che, almeno sulla carta, c’era e come. La squadra di Stellone ha trovato il gol del vantaggio con  Trajkovski, ma non ha avuto neanche il tempo di realizzare quanto accaduto e subito è arrivato il pareggio degli ospiti. Per il resto, come già scritto in precedenza, una bruttissima partita che si fa davvero fatica a commentare. Una gara inspiegabilmente (non) giocata dal Palermo. Eppure Rino Foschi pochi giorni prima l’aveva definita «la partita più importante del campionato». Evidentemente chi è sceso in campo non ha recepito il messaggio ed il risultato è stato che sembrava di rivivere Palermo-Cesena 0-0 della passata stagione.

Sul banco degli imputati oggi c’è Roberto Stellone a forte rischio esonero. Il tecnico rosanero sarebbe reo di aver “osato” troppo schierando un undici iniziale con due soli centrocampisti, anziché seguire la linea utilizzata nelle precedenti partite e tanto gradita dal presidente Rino Foschi. Anche se è pur vero che nessuno, compreso Roberto Stellone, poteva aspettarsi una simile disfatta contro una squadra praticamente retrocessa e le colpe in questo caso sono da attribuire principalmente a chi scende in campo. Certo l’assenza di Jajalo è pesata come un macigno, ma non basta per giustificare quanto visto ieri sera al Renzo Barbera. 

Il risultato è che il Brescia oggi ha un piede in serie A ed al Palermo non resta che fare la corsa sul Lecce. Gli uomini di Liverani contano 60 punti in classifica, ovvero tre in più del Palermo, e devono ancora ospitare il Brescia in casa ed osservare il turno di riposo. Il che significa che il destino del Palermo è ancora nelle mani dei rosanero, che vincendo le ultime 4 partite si assicurerebbero la promozione diretta. Ed il problema, forse, sta proprio qui. La serie A è oggi nelle mani di chi ha già dimostrato una spiccata e odiosa capacità di distruggere tutto.