Con Gallo e Quagliata in nazionale Palermo si colora di azzurro

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sui palermitani Gallo e Quagliata convocati per lo stage azzurro.

La scuola palermitana dei picciotti terzini con il piede mancino si fa largo. Tutti e due sono nati nel 2000 a distanza di pochi giorni e nelle borgate hanno mosso i primi passi per raggiungere, ventenni, la serie A. E adesso vivere il sogno di uno stage con la nazionale maggiore. Per Antonino Gallo, cresciuto allo Zen, e Giacomo Quagliata che ha cominciato ad accarezzare un pallone al Papireto, il 2022 sarà un anno da ricordare, con un regalo di Natale firmato da Roberto Mancini e avvolto in una busta azzurra di convocazione a Coverciano. I due esterni sinistri — Gallo è del Lecce e Quagliata della Cremonese — si stanno infatti ritagliando spazi importanti nella massima serie e le loro prestazioni non sono passate inosservate in una nazionale che sta cercando di ripartire dai giovani.

Due storie che nascono nei campi della periferia di Palermo. Anche se forse è stato sin qui più movimentato il percorso di Quagliata, che a 22 anni si è già fatto le ossa in D con Latina e Bari, poi in C con la Pro Vercelli, e quindi nella massima serie olandese con la maglia dell’Heracles Almelo, prima di debuttare in A con la Cremonese quest’anno. Non è la prima volta che il palermitano, che ha iniziato nei campi dell’Alberto Amedeo e poi al Calcio Sicilia, prima di essere notato dalla Pro Vercelli nel 2016, viene chiamato da Mancini per uno stage.

È partita dallo Zen invece la parabola di Antonino Gallo, che fa parte di quella batteria di giovani rosanero andati via dopo la diaspora dei settori giovanili a seguito del fallimento del 2019. Anche lui classe 2000, ha imparato a giocare a pallone in strada, in un famiglia dove il calcio è di casa: lo zio Vincenzo Di Miceli ha giocato in C con Gallipoli, Monopoli e Catanzaro e i fratelli minori sono tesserati in società palermitane. Un’appartenenza, quella a Palermo e allo Zen, che il terzino ha sempre rivendicato: «Sono cresciuto nel quartiere Zen, lì non è facile la vita, ringrazio Dio di avere una famiglia che mi sta sempre dietro».