Premier d’Arabia: la scalata saudita cambierà il calcio

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sugli investitori dell’Arabia Saudita sempre più alla conquista del calcio.

Cominciamo da una donna molto potente, rarità nel calcio degli uomini. Amanda Staveley, 48 anni, milionaria inglese dello Yorkshire, è a capo del consorzio capeggiato dal ricchissimo fondo sovrano saudita Public Investment Fund (Pif), il quale per i critici è la marionetta finanziaria del principe ereditario e regnante de facto a Riad, Mohamed Bin Salman, e che per 300 milioni di sterline, circa 360 milioni di euro, ha acquistato il Newcastle. Staveley è una finanziera e businesswoman controversa, per alcuni “un fake”. Ma certo questa investitrice di private equity è il ganglio vitale della carovana di soldi e affari tra Regno Unito e Golfo Persico. Fu Staveley, con la sua PCP Capital Partners, a mediare affinché Abu Dhabi e Qatar entrassero nella banca inglese Barclays con oltre 8 miliardi di euro nel 2008. Ed è stata sempre Staveley a facilitare il passaggio del Manchester City di Guardiola al giovane e ricchissimo sceicco Mansour di Abu Dhabi.

Oggi, invece, Staveley è il volto posh, sorridente e ambizioso dell’affare Newcastle, la squadra di Premier League che ora, dalle viscere della possibile retrocessione, potrebbe diventare la più grande e importante del mondo. Gli asset del Pif sono di circa 350 miliardi di euro, con un effetto “leva” da potenziali 800 miliardi nei prossimi anni. Una miniera d’oro nell’uggiosa valle del Tyne, nel nord depresso e post- industriale dell’Inghilterra. Tifosi in estasi, birra a fiumi fuori dallo stadio St James’ Park, le vecchie glorie Shearer e Keegan giubilanti, bandiere dell’Arabia Saudita sventolate dai fan con la scritta, dall’arabo, “non avrai altro dio al di fuori di Allah”. E fa niente che uno studio delle università di Newcastle e Northumbria due anni fa certificasse almeno “l’80% di musulmani locali vittime di razzismo” proprio nel nord-est dell’Inghilterra.

Certo, l’irruzione dei sauditi nella Premier è stata complicata. Non a caso, negli ultimi mesi, hanno avuto la tentazione di ripiegare su Inter e Roma, prima che Pallotta chiudesse con Friedkin. Inoltre, i qatarini avevano posto il veto e un’enorme pressione sugli inglesi, perché Riad ha vietato a lungo la trasmissione in Arabia Saudita della Premier League, i cui diritti nel Golfo sono della beIN Sports di Doha, «sostenendo la pirateria online». Inoltre, c’era l’opposizione della Premier alla cessione del club, un veto caduto «perché l’Arabia Saudita si è impegnata in maniera vincolante a non interferire nel Newcastle». In realtà, la lega temeva pure la causa giudiziaria intentata dall’ex vituperato proprietario del Newcastle Mike Ashley, danneggiato dai tentennamenti. Meglio turarsi il naso, e chiuderla così.