Palermo Football Conference, Perinetti: «I tifosi vanno sempre rispettati»

Intervenuto alla Palermo Football Conference, Giorgio Perinetti ha rilasciato le seguenti parole:

«Il direttore sportivo era un uomo più centrale. Un direttore vendeva, portava denaro e poi investiva. Un presidente oggi è diverso molto presente e desiderosa di intervenire sulle trattative. Credo che il ds deve collegarsi alle varie aree della società come la comunicazione, oggi fatta in tempo reale. Inutile prendere i calciatori se poi sul campo non c’è una dedizione quotidiana. Se prendi i calciatori che poi non vanno d’accordo fra loro poi il lavoro ne deficita. Più sali di categoria più i calciatori sono una vera e propria impresa e diventano 25 imprese e imprenditori. Questo rende il tutto più complicato. È vero che l’obiettivo è unico ed è vincere ma ognuno è singolare e guarda al futuro in un certo modo».

A Palermo abbiamo un grande ricordo: se c’è stata una trattativa molto complicata?

«Quando mi fanno questa domanda vengono poi tanti ricordi. Quando arrivai il presidente mi disse che si era innamorato di un ragazzo giovanissimo (Dybala) con un investimento importante. Mi ha dato del materiale in video molto scadente e il ragazzo sembrava piccolino e gracile. C’è voluto tempo, incontri. Il procuratore era diverso e dunque ci sono stati una serie di colpi di scena e addirittura il ragazzo era sparito e non si trovava. Finalmente si è diretto dal presidente e lo vidi molto diverso e mi spiegò che era cresciuto 10 cm in pochi mesi. Poi la storia la conoscete meglio di me perché Dybala in Serie A fa piacere vederlo».

L’ex ds rosanero ha anche riposto ad una domanda inerente al Palermo.

Come un ds può aiutare un allenatore contestato come ad esempio a Palermo?

«Ad Avellino c’è la stessa situazione. I tifosi vanno sempre rispettati ma il calcio non è solo umore ma anche progettazione. Serve non farsi trascinare dalla passione. Se nonostante i risultati negativi si deve andare avanti lo si deve fare. Bisogna capire i reali obiettivi senza cambiare tanto per cambiare».