Palermo, gli eroi della promozione. Parla Odjer: «Conquistare la B con questa maglia è stato un sogno. Futuro? Spero di restare»

La promozione del Palermo porta il nome anche di Moses Odjer. Il centrocampista ghanese ha dato il suo contributo alla causa, incarnando alla perfezione lo spirito del club rosanero. Il classe ’96 non ha avuto molto spazio durante la stagione, ma quando è stato chiamato in causa da Baldini, ha sempre dato tutto, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione dei tifosi.

Odjer dal 30 giugno, però, non è più un calciatore del Palermo. Il suo contratto è scaduto e adesso l’ex Trapani e Salernitana aspetta di scoprire quale sarà il suo futuro.

In un’intervista rilasciata in esclusiva ai microfoni di Ilovepalermocalcio.com, Odjer ha ripercorso la storica stagione dei rosanero, soffermandosi sul rapporto con Silvio Baldini, ma anche sul suo contratto e sul futuro prossimo.

Cosa ha significato questa promozione per te?

«Subito dopo la promozione mi ha chiamato Isaac Cofie, ex Genoa. Quando mi era arrivata l’offerta del Palermo proprio lui mi aveva consigliato di venire, nonostante fosse in Serie C. Anche lui sosteneva che fosse un club importante con una tifoseria da Serie A e che in poco tempo sarebbe tornato nelle categorie importanti»

Quanto è stato difficile il passaggio dalla Serie B alla C?

«Avendo giocato diversi anni in Serie B non è stato facile scendere di categoria. Quando abbiamo raggiunto la promozione ho pianto per circa 3 minuti. L’ho voluta tanto questa vittoria, per me è un sogno, ancor di più farlo col Palermo»

Che differenze hai trovato tra Baldini e il suo predecessore Filippi?

«La differenza principale sta nel fatto che mister Baldini puntava molto sull’aspetto motivazionale. Ogni partita ci diceva che rappresentava la possibilità di cambiare la nostra vita, che dovevamo scendere in campo per le nostre famiglie e vincere per loro. Quando sentivamo queste parole entravamo sul terreno di gioco con una carica enorme»

Ti aspettavi questa promozione o è stata inaspettata anche per te?

«Io sapevo che eravamo forti. Dopo la partita contro la Paganese ho detto al mister che eravamo una squadra forte e che avremmo potuto fare di più. Ho sempre avuto fiducia in questo gruppo, nessuno si è mai lamentato, ci siamo sempre allenati con grande intensità e voglia. Non sono sorpreso di questa promozione. Arrivati a quel punto abbiamo capito che potevamo cambiare la nostra vita e delle nostre famiglie. La fortuna ci ha aiutato ma abbiamo avuto un carattere unico»

Che emozione hai provato a giocare in uno stadio pieno di tifosi come il Renzo Barbera?

«Ho giocato anche il mondiale contro la Francia ma il Barbera è tanta roba. Quando giochi in uno stadio così pieno non puoi non dare qualcosa in più. Devi entrare in campo e dare tutto e farlo davanti a questo pubblico è stato indimenticabile»

Quale è stato il momento più complicato della tua stagione? Pensi che avresti potuto fare di più per giocare con più continuità?

«Sono un grande professionista. Questo per me non è solo un lavoro ma è vita. Il calcio mi ha dato tanto, mi ha permesso di aiutare la mia famiglia, i miei amici. Quindi io quando vado in campo dò sempre il massimo, se gioco novanta minuti metto il cuore così come se gioco un minuto, senza mai lamentarmi. Non è importante quanti minuti gioco. Non dimentico da dove vengo e anche se so di meritare di più, il calcio è questo. Le scelte le fa l’allenatore e io mi sento in pace con me stesso perché so di aver dato tutto. Tanti tifosi mi scrivono su Instagram, non perché sono un fenomeno, ma perché metto il cuore per questa maglia e questo fa la differenza»

Sei stato un amuleto portafortuna per il Palermo. La tua esultanza ogni fine partita ha portato bene ed è virale anche sui social

«Credo sia stato un miracolo, non so come è nato. Non lo avevo mai fatto prima, è successo casualmente dopo una partita e ha portato bene»

Che ne pensi del City Group e che futuro vedi per il Palermo con la nuova proprietà?

«Quando ho appreso la notizia ne ho parlato con Floriano e De Rose. Penso che sia una cosa molto positiva non solo per la squadra ma anche per la città. Questa piazza merita molto di più e credo che con questa nuova società possa tornare dove merita»

Hai giocato tanti anni in Serie B, secondo te è giusto considerarla quest’anno come una Serie A2?

«Quest’anno la Serie B potrebbe portare più interesse della Serie A. Molte squadre sono già state in Serie A e si sfideranno in B dopo tanti anni. Credo che sia una cosa bellissima per giocatori e tifosi»

Ad oggi sei senza contratto, hai già sentito la società e cosa ti aspetti?

«Fino ad ora non ho sentito la società. Sono stato in Africa e aspetto di sentire anche il mio procuratore. Ho un ottimo rapporto sia col presidente che con Castagnini, ma al momento non ho sentito nessuno di loro. Non so al momento quale sia la situazione. Io ho sempre voluto giocare nel Palermo, questo è il mio sogno. Ho scelto di scendere di categoria per poter vestire questa maglia. Se la società mi vuole io rimango. Non ho mai pianto se non per la promozione di quest’anno, questo vorrà dire qualcosa. Spero di restare, mi trovo benissimo qui, mio figlio mi chiede sempre di tornare a Palermo. Sentirò il mio procuratore e vedremo»

Cosa ha significato per te l’abbraccio con Baldini?

«Mio abbraccio a Baldini dopo la promozione? Quando siamo saliti per andare a Santa Rosalia mister Baldini mi ha detto che se mi fossi comportato bene avremmo vinto. Io l’ho guardato è gli ho detto: vinciamo sicuro, non preoccuparti. Non avevo mai vinto in Europa e sono stato emozionato di farlo a Palermo».