Palermo è un’isola azzurra. Mirri: «In città c’è una passione storica per il calcio. Pronti a diventare casa della Nazionale»

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” riporta un’intervista al patron del Palermo Dario Mirri il quale ha parlato della Nazionale azzurra in visita in città.

«Dario, ma cos’hai fatto, mi hai rovinato…». Dario è Dario Mirri, presidente del Palermo. Al telefono c’è il presidente federale Gabriele Gravina e la sua voce non minaccia niente di buono: due ore prima è cominciata la vendita dei biglietti per Italia-Macedonia del Nord a Palermo, ma qualcosa dev’essere andato storto. Mirri si fa coraggio: «Cos’è successo?». E Gravina: «Ma no, sono già esauriti! E adesso come faccio? Mi telefonano da tutta l’Italia…».

Poi una risata. La chiacchierata risale al 4 marzo, ma se oggi ci fossero altri diecimila biglietti disponibili si ripeterebbe pari pari. Come per un concerto di Springsteen o una “prima” alla Scala: a Palermo è sempre così quando arriva la Nazionale. Tutto esaurito. Ventiseimila biglietti bruciati all’apertura del botteghino, con capienza al 75 per cento. Altri seimila quando il ministro ha dato l’ok al 100 per cento. Fanno trentaduemila, ce ne sarà anche qualcuno in più. Come per Italia-Norvegia 2-1 del 4 settembre 2004 quando cominciò la rincorsa mondiale di Lippi. Anche Mancini prova ad atterrare in Qatar decollando da Palermo.

Barbera rimesso a nuovo Quella notte del 2004 la Favorita sembrò venir giù al gol di Toni. Minuto 80. I norvegesi erano andati in vantaggio al 1’, manco il tempo di cominciare. Nessuno allo stadio era rimasto in silenzio. De Rossi, al debutto, aveva infilato un gran tiro da lontano per l’1-1. E poi Toni, anzi “Lucatoni” come lo chiamavano qui, trenta gol in Serie B, venti in A. C’era il presidente Zamparini, si parlava spesso di un nuovo impianto allo Zen, ma oggi al centro del progetto Palermo c’è soltanto il Barbera. Ancora Mirri: «Uno stadio unico, in un anfiteatro naturale, con il Monte Pellegrino sullo sfondo, in città, raggiungibile dopo la passeggiata tra le ville liberty di Via Libertà. Si va verso la ristrutturazione, uno spazio non solo calcistico. Intanto, dico grazie alla Figc e alla Regione che lo hanno migliorato per questo appuntamento. Sarà bellissimo per la partita». Il Barbera s’è rifatto il trucco. Stasera sfoggerà un campo rigenerato, la copertura delle tribuna centrale è stata sistemata e gli spogliatoi rinnovati.

«La casa dell’Italia» Proprio uno stadio da Nazionale. Aggiunge Mirri: «D’altra parte, per una partita del Palermo in Serie C, di mercoledì, con biglietti ridotti, abbiamo fatto dodicimila spettatori. A Palermo c’è una passione storica per il calcio: non è un caso che la Figc l’abbia scelta per un playoff mondiale. L’Italia cerca qui la forza: è una storia d’amore e di successo. Se un giorno volessero farla diventare la casa dell’Italia, saremmo pronti. Palermo non è Roma, ma è stata capitale nel passato». Una volta c’era un problema: il campo d’allenamento. È il Tenente Onorato a Boccadifalco, quartiere periferico, dove lavorava anche il Palermo. Impianto, fino a ieri, non all’altezza. In collaborazione con lo Stato Maggiore Difesa e con lo Stato Maggiore Esercito il prato è stato rifatto e gli spogliatoi rinnovati. Ora non ci sono più problemi d’accoglienza. Nel caso, due tifosi speciali, i comici Salvatore Ficarra e Valentino Picone, rosanero doc, sono già pronti: «Visto che si gioca a Palermo, ci mettiamo a disposizione di Mancini, fra le altre cose la Federazione risparmierebbe vitto e alloggio…».