Palermo, è Primavera. Così è rinato il serbatoio rosanero. Di Benedetto: «Siamo partiti per costruire le vittorie con il gioco»

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sulla Primavera del Palermo riportando le parole di Stefano Di Benedetto.

Dalla diaspora del 2019 al sogno promozione dopo aver dominato il campionato. Mentre c’è un Palermo che sogna i playoff per la A, c’è una cantera, un’officina di talenti che ha conquistato la finalissima per il salto di categoria con l’attacco più prolifico e la difesa meno perforata. Grazie ai bomber Mazza, Lo Coco e Giglio, il finlandese Toivonen arrivato su consiglio del responsabile dello scouting giovanile Erjon Bogdani. E ancora, i centrocampisti con il vizio del gol come Salvia e Catanzaro e il muro difensivo di Caramanno, Del Bello, Santonocito e i portieri Nespola e a volte Grotta, ormai stabilmente in prima squadra.

Con la vittoria per 3-0 contro il Catanzaro la primavera del Palermo ha chiuso matematicamente in testa il girone C della Primavera 3 e ha staccato un pass per la finalissima con andata il 13 maggio e ritorno in Sicilia il 20. «Siamo partiti per costruire le vittorie con il gioco e dopo tanti sacrifici siamo arrivati sino in fondo e adesso manca l’ultimo sforzo e ce la faremo». Parola di mister Stefano Di Benedetto, che l’anno scorso aveva portato i suoi ragazzi al secondo posto e poi alla finale persa per 3-1, proprio contro il Padova.

«Molti ragazzi del 2004 sono cresciuti — aggiunge il tecnico che per 18 giorni, in estate, si è seduto sulla panchina del Palermo in Coppa Italia — abbiamo una squadra competitiva con almeno due giocatori di qualità per ruolo, che mi mettono in difficoltà per scegliere i titolari» È dovuta ripartire da zero la cantera del Palermo, che con il fallimento aveva perso tutti i talenti, che si sono accasati nella Primavera delle squadre di serie A. La svolta è arrivata quest’anno con il City Group, che vuole trasformare il Palermo in punto di arrivo, grazie a uno scouting che punta a pescare talenti anche da fuori, per ospitarli al convitto, una struttura ad hoc all’Hotel Astoria, dove oggi risiedono 10 ragazzi.

Tra questi, c’è anche Hugo Toivonen, finlandese con una trafila nella selezione under 18 finnica, che nella terza serie del suo Paese aveva già segnato 19 reti in 35 partite. «È un giocatore con ottime qualità, ma come era prevedibile ha preso il suo  tempo per ambientarsi nei primi mesi, anche se ha sempre dimostrato una grandissima professionalità negli allenamenti — dice ancora Di Benedetto — tutti questi giovani calciatori, che per me sono come dei figli, hanno un grande attaccamento alla maglia rosanero e danno sempre il massimo. Il mio ruolo non è solo quello di allenatore, ma di qualcuno che cura anche gli aspetti caratteriali, tenendo sempre conto del fatto che sono dei ragazzi»

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