Palermo-Baldini: dai trionfi di Empoli al triennale faraonico proposto da Zamparini. La forza del granito e quell’addio sotto il segno dei…gemelli

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sul ritorno di Silvio Baldini ripercorrendo qualche tappa della sua precedente esperienza in rosanero.

Stavolta tavolini non ne dovrebbero volare. La sua prima avventura col Palermo, però, iniziò proprio così. Nulla di inaspettato, quando si parla di Silvio Baldini, che dopo oltre un decennio si sarebbe pentito di quel triennale messogli sul piatto da Zamparini.

Cifre astronomiche, ma «i soldi sono il diavolo» ed ecco che 14 anni dopo accetta di allenare la Carrarese gratis. Quando però era sulla cresta dell’onda, dopo una promozione e una salvezza in A con l’Empoli, le sirene palermitane si rivelarono troppo invitanti. E lui, per dare la carica ai suoi nuovi giocatori, decise di mostrare la propria forza scagliando in aria un tavolino di granito all’hotel Sheraton, a Bologna, sede del raduno prima della partenza per il ritiro estivo di Sestola.

È in campo, però, che i suoi giocatori toccano con mano la personalità di Baldini. Dalle formazioni estratte a sorte alle scelte drastiche sul terreno di gioco. Un esempio su tutti: Palermo-Verona della sedicesima giornata, stagione 2003/04.

Partita consegnata agli almanacchi per la prima tripletta di Toni nel capoluogo siciliano e per il ritorno dei rosanero in vetta al torneo cadetto per la prima volta dai tempi dei «picciotti» di Arcoleo. Quello, ma non solo, perché dopo appena dieci minuti Baldini richiama il terzino Ferri in panchina, inserendo l’ala Masiello. Il motivo? Ferri s’era spinto un po’ oltre la propria zona di competenza e se doveva metterci un attaccante, su quella fascia, tanto valeva mettercene uno vero.