Olanda: tribunale condanna una nonna a rimuovere le foto dei nipoti dai social network

Alla fine un tribunale l’ha costretta ad eliminare quelle foto dei nipoti dai social network. Stando a quanto riferito da “Repubblica.it”, la sentenza, emessa in Olanda, ha colpito la donna che da tempo era in aperto conflitto con la figlia e si rifiutava di rimuovere le immagini. Il giudice ha però stabilito che la questione rientrava nell’applicazione del Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr), in conformità con quanto stabilito dalla Corte europea. La nonna deve ora togliere quelle le foto o pagare una multa di 50 euro al giorno per ogni giorno in cui non lo farà fino a un massimo di mille euro. “Il regolamento Gdpr non si applica all’uso familiare”, spiega Giovanni Ziccardi, professore d’Informatica giuridica all’Università di Milano. “Quindi se la nonna avesse tenuto quelle immagini sul pc, nessuno avrebbe potuto dire nulla. Ma online le cose cambiano e in Italia è successo che siano scoppiate dispute perfino fra ex coniugi. Si tende a non capire che certe immagini di ambito familiare sul Web hanno un valore diverso”. L’articolo 9 e 6 del Regolamento Europeo sulla protezione dei dati qualifica come dati sensibili quelli che rivelano l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, l’appartenenza sindacale, i dati genetici, i dati biometrici intesi a identificare in modo univoco una persona fisica. La foto di un volto quindi, più che dato sensibile, è dunque un dato personale. Diventa sensibile se la si usa per risalire all’identità o se rivela uno degli elementi citati sopra. Le fotografie della comunione o della cresima, ad esempio, oltre al dato del volto del bambino o della bambina, danno una chiara informazione sulle sue convinzioni religiose. Ad ogni modo, entrambi sono protetti, anche se i secondi lo sono in maniera maggiore.