Nessun vincitore, solo sconfitti

È giunto ai titoli di coda il lungometraggio sul closing. Un film iniziato lo scorso 6 marzo, quando Paul Baccaglini è stato nominato presidente del Palermo, e finito ieri sera, quando il patron Maurizio Zamparini ha deciso di mettere la parola fine all’estenuante trattativa con l’ex inviato delle Iene. Una decisione presa “costretto per amore e competenza”, ha sottolineato questa mattina Zamparini in un lungo comunicato, nonostante la voglia di vendere ribadita già da diversi anni. Da quando l’imprenditore friulano ha deciso di cedere la proprietà del club di viale del Fante si sono avvicendate tante voci sui possibili acquirenti. Dagli arabi ai messicani, passando per cordate cinesi e Frank Cascio, quest’ultimo arrivato a Palermo proprio insieme a Paul Baccaglini.

Nessuna di queste voci, però, si era mai trasformata in qualcosa di lontanamente concreto. Nessuna aveva dato il via ad una trattativa ufficiale e soprattutto alla nomina di un presidente diverso da quel Maurizio Zamparini che da 15 anni ormai figurava in primissimo piano nell’organigramma del Palermo calcio. Nessuna, eccetto quella con il gruppo rappresentato dall’italo-americano Baccaglini. Una trattativa che ha sempre diviso i tifosi rosanero, complici i troppi misteri che circondavano il famoso fondo chiamato Integritas Capital. Da quando Baccaglini è stato nominato presidente del club di viale del Fante, la Palermo calcistica si è sempre divisa principalmente in due fazioni: gli scettici e gli entusiasti, questi ultimi probabilmente mossi dalla troppa voglia di cambiamento e affascinati dall’arrivo di un presidente giovane e con tanta voglia di fare. Un presidente che ha voluto subito incontrare le istituzioni palermitane e visitare tutti quei luoghi cari ai palermitani. Un presidente che, anche se vittima di uno scherzo degli ex colleghi de Le Iene, si era comunque tatuato vicino al cuore lo scudetto del Palermo.

Poi la prima scadenza non rispettata, quella del 30 aprile, seguita da diversi botta e risposta ed ultimatum per mezzo di comunicati pubblicati sul sito ufficiale del Palermo, firmati “presidente Paul Baccaglini”, “Maurizio Zamparini” e, più di recente, “la proprietà”. Quest’ultima firma è probabilmente la più significativa. Quella che ha sottolineato lo stacco netto che si era ormai creato tra il presidente Paul Baccaglini ed il proprietario Maurizio Zamparini. Un proprietario che, stanco dei continui slittamenti, ha continuato a lavorare per la propria squadra ingaggiando allenatore e direttore sportivo in attesa di mettere nero su bianco la firma sull’ultimo atto del closing. Un proprietario che dichiara di non aver ancora, dopo mesi e mesi di trattativa, ricevuto le giuste garanzie dal gruppo rappresentato da Paul Baccaglini. Garanzie per costruire il Palermo del futuro. Garanzie per i tifosi e la città. Garanzie che sembrano essere la condizione necessaria affinché Maurizio Zamparini venda davvero.

Questa è la versione del patron. L’unica al momento disponibile, perché l’assordante silenzio di Paul Baccaglini non è ancora stato rotto e chissà quando lo sarà. Ma qualunque sarà la replica dell’ex Iena, da tutta questa storia nessuno uscirà da vincitore. Maurizio Zamparini continuerà ad essere il proprietario della squadra di calcio di una città che (in gran parte) lo contesta e lo vuole via da Palermo. Paul Baccaglini, invece, sarà il presidente esonerato ma con il Palermo tatuato sul cuore.