Messina sconfitto ma salvo, festa allo “Scoglio”. L’allenatore Raciti: «I giocatori volevano portarmi in trionfo ma peso troppo»

L’edizione odierna de “La Repubblica” si sofferma sul Messina ieri sconfitto dalla Turris, ma con la salvezza ormai in tasca.

Il Messina perde in casa con la Turris nell’ultimo match della stagione ma festeggia la salvezza con i propri tifosi. Al “Franco Scoglio”, davanti a circa duemila sostenitori peloritani, i campani si sono imposti con il risultato di 1-2 grazie alle reti di Giannone e Leonetti. Eurogol di Russo per il Messina. Un campionato di alti e bassi quello dei giallorossi, che hanno iniziato l’anno con Sasà Sullo in panchina, poi sostituito da Eziolino Capuano.

Prima dell’arrivo di Ezio Raciti, “promosso” dalla formazione “Primavera”, accolto inizialmente con tanto scetticismo ma che ha avuto il merito di dare serenità all’intero ambiente e di portare quella freschezza che mancava all’interno dello spogliatoio siciliano. Il direttore sportivo Marcello Pitino, che ha preso il posto di Christian Argurio, ha puntellato l’organico con Piovaccari, Statella, Camilleri, Trasciani e Angileri, ma soprattutto riportando in riva allo Stretto il messinese doc Peppe Rizzo: elementi che hanno regalato ai biancoscudati esperienza e solidità.

E alla fine la tanto agognata salvezza è stata conquistata. Con le unghie e con i denti: «È stato un percorso difficile – ha detto l’allenatore giallorosso Raciti – che siamo riusciti a portare a termine nel migliore dei modi con il lavoro quotidiano e con la capacità di valorizzare tutto quello che ruota attorno al campo, dai singoli giocatori all’intero staff tecnico. Ho trovato Daniele Cinelli, un ragazzo molto educato e preparato che ha coordinato in modo perfetto tutti, è stato il braccio indispensabile per svolgere questo compito. Ci tengo a condividere questo risultato con lui, con Marco Onorati, con Delfio Restuccia e con Omar Baeli. Oggi sembra tutto facile, ma ci sono stati anche momenti complicati».

Raciti ci tiene a sottolineare che la salvezza non è dipesa solo dall’esclusione del Catania dal campionato, e ricorda i successi contro Taranto, Latina, Vibonese, Monopoli e Potenza e soprattutto l’incredibile vittoria sul campo della capolista Bari: «Oggi, alla luce dei risultati e del nostro spirito, sono sicuro che ci saremmo salvati ugualmente, anche giocando col Catania. – dice – Non abbiamo approfittato delle disgrazie altrui. Inoltre ci tengo a rivelare che negli spogliatoi, dopo la partita, i ragazzi mi hanno detto di essere rammaricati proprio perché il campionato è finito e sarà difficile ritrovarci. Questo per sottolineare che quest’anno il nostro gruppo era davvero molto forte e questa è stata una delle componenti decisive per il raggiungimento del nostro obiettivo».

L’allenatore parla dei suoi meriti solo quando sollecitato dalla stampa: «Quest’anno mi riconosco il merito di aver creato una buona empatia con tutti ma soprattutto con i calciatori, basandomi sulla correttezza e sulla sincerità, esponendo in modo chiaro le motivazioni delle mie scelte quando qualcuno restava fuori o veniva sostituito. Ora mi godo il momento, non so ancora se resterò a Messina. I ragazzi mi hanno commosso: non sono riusciti a portarmi in braccio perché peso troppo e hanno preferito scegliere la via più breve, con Piovaccari che mi ha fatto lo sgambetto. Mi sono saltati tutti addosso».