Manca un mese: il 24 marzo a Palermo si gioca Italia-Macedonia. Mancini si affida ai campioni, più qualche jolly

L’edizione odierna de “La Gazzetta dello Sport” si sofferma sull’appuntamento della Nazionale italiana a Palermo.

Manca un mese: il 24 marzo a Palermo si gioca Italia-Macedonia, primo step degli spareggi per Qatar 2022, primo appuntamento da non sbagliare per non rischiare di restare di nuovo fuori dal Mondiale. Quale Italia l’affronterà? Molto probabilmente quella campione d’Europa appena pochi mesi fa, se sarà possibile. O almeno quella che ci si avvicina di più. Roberto Mancini ha le idee abbastanza chiare, a riguardo. Il gruppo base sarà formato proprio da quello che ha alzato la coppa a Wembley. Non mancherà qualche novità, ma non troppo inattesa. Qualche sorpresa, anche, ma solo se necessario. Premessa: rispetto a Euro 2020, dove il c.t. aveva potuto portare con sé 26 elementi, stavolta i convocati per i playoff saranno ridotti al numero “classico” di 23 giocatori. Quasi del tutto intatto, comunque, il gruppo azzurro dell’estate scorsa, con le ovvie – e pesanti – eccezioni di Leonardo Spinazzola e Federico Chiesa, infortunati.

Reparto per reparto. Confermatissimo però sarà tutto il pacchetto arretrato: Donnarumma, Sirigu e Meret i tre portieri, con Cragno prima “riserva”, i quattro centrali difensivi sicuri sulla lista di Mancini sono Chiellini, Bonucci, Bastoni e Acerbi, con qualche asterisco qua e là per via delle condizioni fisiche. Per questo aspirano a un posto il campione d’Europa Toloi, il milanista Romagnoli e il laziale Luiz Felipe, con il romanista Mancini e Ferrari del Sassuolo in terza fila. Sugli esterni, quattro partono in vantaggio: Di Lorenzo, Florenzi, Calabria ed Emerson, con Biraghi, De Sciglio e pure Luca Pellegrini in attesa. Il centrocampo è il reparto più definito, anche per l’altissima qualità delle possibili scelte. Già cinque praticamente sicuri: a Jorginho, Barella, Verratti e Locatelli si aggiunge Tonali, in clamorosa crescita. Subito dietro Lorenzo Pellegrini, Cristante – al quale il Mancio non ha mai rinunciato -, Sensi e un altro emergente come Frattesi, con Pessina, uno degli eroi estivi, un po’ sotto nelle gerarchie attuali.

Per il reparto avanzato, si parte dagli attaccanti esterni. Quattro i punti fissi: Berardi, Insigne e Bernardeschi, più Zaniolo, che rientrerà d’impeto nel gruppo azzurro. In ascesa Zaccagni, anche se il laziale non è stato chiamato per lo stage di gennaio. Capitolo centravanti: il Mancio non ne chiamerà probabilmente più di tre. Ora come ora i nomi sono quelli di Immobile, Raspadori – già campioni d’Europa – con la novità Scamacca, forse la vera grande speranza dell’attacco italiano. In ballo, nel ruolo, restano anche Joao Pedro, Belotti e – chissà – Mario Balotelli, caro al Mancio che lo ha rivisto proprio a gennaio a Coverciano. Definito già un gruppo di 23 giocatori, è possibile individuare qualche “wild card”: Balo è una di queste, con De Sciglio, Romagnoli, Frattesi e Zaccagni.

Formazione. Le idee chiare di Mancini non riguardano soltanto i possibili convocati, illuminano anche la formazione. A oggi, undici abbastanza leggibile: Donnarumma in porta, linea con Di Lorenzo, Bonucci, Chiellini, Emerson, centrocampo con Barella, Jorginho e Verratti, tridente formato da Berardi, Immobile e Insigne. Il capitano del Sassuolo è un legittimo titolare, considerando la grande stagione: è già in doppia cifra per gol e per assist in campionato. Con lui, si mettono in concorrenza per una maglia da titolare, proprio in virtù del loro rendimento stagionale, anche Sandro Tonali e Gianluca Scamacca. Vedremo tra un mese: la Macedonia, poi – se tutto va come deve andare – il 29 Portogallo o Turchia in trasferta.

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