Lucchesi: «Non è colpa mia se vengo chiamato in situazioni critiche. A Pisa…»

Fabrizio Lucchesi, ex DG del Palermo, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di “Tuttomercatoweb.com”, soffermandosi sul tragico periodo del Palermo: «Fallimenti dove ci sono io? Io di mestiere non faccio nè l’imbonitore e nè il prestigiatore. I tanti anni di esperienza maturata (Fiorentina e Roma su tutte, ndr) mi consentono di metterli al servizio di imprenditori in stato di necessità. Non è colpa mia se vengo chiamato in appoggio ad alcune situazioni. Se un imprenditore mi chiama e mi chiede aiuto per uscire da determinate situazioni non dico di no. Certamente non è un lavoro da direttore sportivo classico, io cerco di risolvere i problemi laddove mi viene chiesto supporto essendo un uomo di calcio. Ma non è che se un medico va ad assistere una persona che muore la colpa è del medico se questa persona è già in fin di vita. Esperienza di Pisa? Io a Pisa ero proprietario delle quote, non me le hanno pagate e non le ho riscosse neanche oggi tre anni dopo. Una parte deve pagarmele Fabio Petroni e un’altra una società a lui riconducibile. Sono fuori di oltre un milione di euro. E il Pisa si è salvato grazie anche a me. L’ho portato in Serie B, ho dato la possibilità a Gattuso di farsi conoscere come allenatore. Avrei dovuto fare i miei interessi e non firmare la cessione anche se pure Abodi che in quel momento rappresentava la Lega B spingesse per risolvere la situazione nell’interesse della Serie B. Ma il calcio a me, ragazzo di campagna, ha cambiato la vita: non volevo fare fallire il Pisa così ho firmato. E ancora attendo i soldi che mi spettano».