L’Eccellenza vuole giocare: nasce un movimento per la ripresa

Si è battezzato “Movimento per la ripresa del campionato di Eccellenza”. E Sta cercando di fare pressione, dal basso, affinchè i vertici del calcio italiano diano il via libera. Come avvenuto per la serie D. Una azione di massa che ha nel mirino la giornata di venerdì 5 marzo, quando tra nella riunione del Consiglio Federale della Figc tra i punti all’ordine del giorno c’è anche quello del nuovo calcio di inizio per la “quinta serie”.

Il “Movimento” sta definendo un documento da far arrivare al tavolo del presidente Gabriele Gravina, raccogliendo centinaia di firme da tutta la Penisola, da parte di calciatori, allenatori, addetti ai lavori, dirigenti, presidenti, appassionati. “Per noi questa decisione vale molto di più perché coinvolge le nostre vite, il nostro lavoro e la nostra dignità”, recita la bozza.

“Nei giorni scorsi, con il riconoscimento dei campionati di Eccellenza come d’interesse nazionale, si è riaccesa, inevitabilmente, la speranza di una ripresa, che sappiamo dovrà avvenire in piena sicurezza e secondo i protocolli vigenti in materia sanitaria e per la prevenzione al Covid. Attraverso un confronto quotidiano sulle problematiche e le possibili modalità di ripresa, abbiamo stilato un documento che vorremmo illustrare agli organi preposti per arrivare al più presto ad una risoluzione della questione, che ci auguriamo, possa protendere verso la continuazione della stagione in corso”.

La soluzione – per quanto complessa, visto anche il nuovo aumento dei contagi – potrebbe essere analoga a quella della serie D. “L’Eccellenza deve ripartire innanzitutto perché è un settore che dà lavoro a migliaia di persone:calciatori, allenatori, istruttori, tecnici, magazzinieri, addetti alla manutenzione delle strutture sportive, addetti alla comunicazione – proseguono i firmatari -. I ristori, bloccati al mese di dicembre, non sono sufficienti, ed in questo momento sono fondamentali finchè non si tornerà alle attività sportive. Una situazione transitoria perchè l’obiettivo è quello di restituire dignità lavorativa e personale contribuendo allo sviluppo dello sport”.

“I campi di calcio, in questo caso di Eccellenza, non sono di certo più pericolosi di campi di altre serie e soprattutto di altre situazioni quotidiane, dove il controllo sugli assembramenti è quasi inesistente. Anzi, rispettando un protocollo, cosa che le società hanno sempre richiesto con forza, si ha la possibilità di controllare maggiormente la situazione e di operare in sicurezza. Inoltre, anche a livello sociale,è più sicuro chegli atleti siano impegnati sui campi, controllati con tamponi ogni settimana, piuttosto che lasciati in giro per le città”.

Le società di Eccellenza hanno già sostenuto ingenti investimenti per la stagione 2020-2021, “per pagare il fitto dei campi, per l’abbigliamento tecnico, per l’iscrizione e i tesseramenti, per gli anticipi corrisposti ai fornitori e ai collaboratori. Investimenti che, senza ripresa, saranno inevitabilmente persi e potrebbero mettere in seria difficoltà parecchie società di calcio, che potrebbero decidere di abbandonare per sempre”, sottolineano.

Spicca tra l’altro la differenza con quanto sta avvenendo per gli Enti di promozione sportiva: “Ci lascia ancor di più amareggiati apprendere che le competizioni di calcio degli enti di promozione sportiva stanno ripartendo. Questo è un danno anche per la stessa Figc, sia economico che di immagine”.