L’Arena: “Campedelli non molla. Ha un sogno, far rivivere il Chievo”

L’edizione odierna de “L’Arena di Verona” si sofferma su Campedelli che vuole far rivivere il Chievo.

Una presenza costante, quella di Luca Campedelli nelle stanze del Vigasio. In tribuna alle partite della domenica, ma anche in sede nella gestione quotidiana. Primi passi di un nuovo cammino. A respirare aria di calcio, com’era stato un anno fa al Sona in quelle prove di apparentamento solo abbozzate. Senza andare troppo oltre, nonostante vari tentativi caduti tuttavia ben presto nel vuoto. Semplici intenzioni svanite in una bolla di sapone. S’è rimesso in moto Campedelli, attorniato da vecchi amici. Marco Pacione in primis. Distante dai grandi stadi, lontanissimo da quello che per una vita è stato il suo mondo. A partire da diciassette campionati di Serie A e i preliminari di Champions del 2006. Quando solo il Levski Sofia sbarrò la strada a Campedelli ad un girone da sogno con Barcellona, Chelsea e Werder Brema. Del Chievo ora vivono solo i ricordi, oltre a due squadre di Pulcini.

In attesa della procedura competitiva di vendita di marchio e matricola, destinati naturalmente al miglior offerente, che i curatori fallimentari Luca Toninelli e Renzo Panozzo provvederanno a delineare in tempo utile perché l’acquirente possa pianificare già la prossima stagione. Pilastri del vecchio Chievo a Vigasio, là dove ha ormai messo radici Pacione. Sempre vicino a Campedelli anche nei momenti più bui, direttore sportivo patentato dopo il corso a Coverciano frequentato a fianco di compagni eccellenti come Kolarov, Bojinov, Ariaudo e l’Airone Caracciolo, bomber del Brescia ora presidente del Lumezzane ad un passo dalla Lega Pro. Pacione ci sta mettendo competenza e passione, un sostegno sicuro per Pippo Damini che al Vigasio ha restituito una classifica serena e persino qualche speranza di playoff dopo un periodo assai complicato e ovvi timori.

Ha rimesso le cose a posto Damini, con giudizio e mano ferma. Vincendo anche la Coppa Italia. Sempre più nel ruolo Pacione, con l’equilibrio che ha sempre mostrato da team manager del Chievo. Dai primi attimi in B alle più alte vette della Serie A, maneggiando grandi campioni e fior di allenatori. La via di Vigasio gliel’ha indicata Gianni Recchi, storica figura del calcio dei dilettanti, amico soprattutto di Campedelli e a lungo abituale frequentatore di Veronello. Per di più già a Vigasio, quindi ideale trait d’union con l’attuale dirigenza. Solo abbozzato il disegno. Ancora tutto in costruzione l’edificio, ma con un punto d’arrivo piuttosto preciso. Definito nella forma, non ancora nella sostanza. Da una parte la forza e le basi assai solide garantite dal Vigasio, dall’altra il valore assoluto di chi ha sempre vissuto nel calcio ai massimi livelli e dimostrato in fretta, come Pacione in questi mesi, come in fondo i principi che regolano la materia siano più o meno gli stessi. Sia andando in giro la domenica fra Vicenza e Padova per una gara d’Eccellenza sia entrando dalla porta principale a San Siro o all’Olimpico.