“La dolce metà di…” Andelkovic, parla Kristina: «A Palermo ci sentiamo a casa, amiamo i dolci e le “stigghiola”. Vi racconto Sinisa fuori dal campo…»

Nuovo appuntamento con la rubrica targata Ilovepalermocalcio.com dedicata alle dolci metà dei calciatori rosanero. La protagonista di questo mese è Kristina, moglie di Sinisa Andelkovic. La bella slovena ci ha aperto le porte di casa sua raccontandoci curiosità e aneddoti su Sinisa e non solo…

Appuntamento serale a casa Andelkovic, a riceverci troviamo Kristina, Sinisa e il piccolo Adrian di tre anni. Fatti i dovuti saluti e le presentazioni, ci accingiamo ad iniziare la nostra chiacchierata.

Kristina, domanda di rito: Come vi siete conosciuti tu e Sinisa?

«Ci siamo conosciuti 11 anni fa, ero in discoteca per festeggiare il compleanno di una mia amica. A fine serata lui, che era lì con amici suoi, si avvicinato, con la scusa che un suo amico non trovava più il giubbotto e da lì abbiamo iniziato a parlare. Io a primo acchito non ero interessata, parlavamo semplicemente del giubbotto perso, che poi era una scusa per avvicinarsi a noi (ride, ndr). A discorso chiuso lui continuava a parlare con me e una cosa tira l’altra, ci siamo conosciuti meglio e ora stiamo insieme da 11 anni e mezzo».

Che persona è fuori dal campo?

«E’ una persona buona e altruista, ma è anche molto timido. Tanto timido. Se non ti conosce non parla tanto, ma appena inizia a conoscerti parla, scherza. Siamo agli opposti, perché a me piace molto parlare, si vede? Ride, ndr)»

Da tre anni siete genitori del piccolo Adrian, che papà è?

«E’ un bravissimo papà. Aiuta sempre in casa, come vedete. Anche se appena nato lo tenne in braccio neanche due minuti e lo ha dato subito a mia mamma, aveva paura per quanto era piccolo (ride, ndr). Lo scorso anno io e il piccolo siamo rimasti per quasi tutta la stagione in Slovenia e a lui mancava tanto. I primi mesi dalla nascita di Adrian dormivamo in stanze diverse, perché volevo che lui riposasse bene con gli allenamenti che aveva. All’epoca la squadra era in serie B quindi c’era anche più stress per lui».

Da tanti anni ormai vivete a Palermo, cosa pensi della città?

«A Palermo ci troviamo molto bene. Quando anni fa Sinisa mi disse che sarebbe venuto a giocare in Sicilia, lo ammetto, ero un po’ preoccupata di quello che si diceva su questa terra. Ma adesso capisco che erano tutte bugie, qui stiamo benissimo, quasi come a casa. Anche se il clima della Slovenia mi manca…»

Davvero?

«Si, perché a me piace molto la neve e qui non si vede mai. Anche se un paio di anni fa, ricordo che per capodanno ha nevicato, ma poco. Ma ormai ci siamo abituati al clima caldo palermitano, anche se in inverno fa abbastanza vento, soprattutto a Mondello».

Cosa vi piace fare nel tempo libero?

«Ci piace fare belle passeggiate, al mare, in centro, prendiamo il caffè. Il più delle volte stiamo a casa perché spesso vengono a trovarci amici e parenti dalla Slovenia».

C’è qualcosa che ti ha colpito maggiormente?

«La città è bellissima, ma la cosa che ci piace di più è la gente. I palermitani sono gentilissimi, calorosi, socievoli. Li incontri per strada ti fermano, parlano, ti aiutano se hai bisogno di qualcosa. Al Nord non è così».

Ecco a proposito di questo, quando uscite non manca il tifoso di turno a chiedere qualche foto a Sinisa. Tu come la vivi?

«All’inizio è stata un po’ una sorpresa per noi vedere i tifosi fermarci per strada. Perché in Slovenia non era così. Adesso però mi sono abituata. Tant’è che a volte sono proprio io a scattare le foto (ride, ndr). Spesso sono loro stessi a darci le notizie».

Per esempio?

«L’altro giorno un tifoso, fermandoci per una foto ci ha detto che la squadra andrà in ritiro. Neanche Sinisa ancora sapeva questa cosa (ride, ndr)».

In tutti questi anni qui sicuramente avrete mangiato qualche specialità palermitana, piatto preferito?

«Io adoro la caponata con il pesce spada, è il mio piatto preferito. Ogni volta che torno dalla Slovenia non vedo l’ora di mangiare pesce, ma soprattutto frutti di mare. Anche i dolci, buonissimi. I cannoli soprattutto, li porto sempre in Slovenia quando torno».

 Le arancine?

«Lo ammetto, quelle non mi piacciono (ride, ndr). Sono pesanti da digerire, con tutta quella frittura. Infatti non le mangio quasi mai. Ma adoriamo altri cibi da strada».

Tipo?

«Le “stigghiole” con la cipolla (ride, ndr) sono buonissime! Le ho cucinate qualche giorno fa, quando sono venuti a trovarci amici dalla Slovenia. Anche loro sono rimasti soddisfatti dalla cucina, mi hanno detto “se rimaniamo una settimana torniamo a casa rotolando”. Una mia amica per esempio in pochi giorni a Palermo ha messo su 3 chili (ride, ndr)».

A questo punto della chiacchierata veniamo interrotti dal piccolo Adrian che irrompe in salotto in completino rigorosamente rosanero ad attirare la nostra attenzione. Al che, mi sorge spontanea una domanda:

Ma va in giro sempre vestito così?

«Non vuole indossare altro. Anche quando usciamo, vuole mettere sempre il completino. Le persone penseranno che non ha altro per vestirsi (ride, ndr). Anche in Slovenia, quando arriviamo si toglie subito i vestiti e indossa il completino, rigorosamente del Palermo. Ne avrà una decina».

Se un giorno decidesse di seguire le orme del papà, come la prenderesti?

«Non lo so, io dico sempre a Sinisa che ciò che Adrian vorrà fare da grande farà, non faremo pressioni. Anche se è ovvio che il papà lo vorrebbe calciatore un giorno (ride, ndr). Ma già lui è pazzo per il calcio».

Immagino riconosca il papà in campo quando lo vede…

«Sì sì, ma non solo Sinisa. Lui li riconosce tutti. Sta più attento di me quando le guardiamo in Tv. Vi racconto un aneddoto: durante una partita che guardavamo da casa, Embalo in un’occasione è finito per terra e lui ha esclamato “Embalo è caduto!”, mentre io invece non sapevo neanche che Embalo fosse in campo quel giorno (ride, ndr)».

Sinisa a parte che rapporto hai con questo sport?

«Prima di conoscere lui non lo seguivo, ma adesso vado matta per questo sport. Quando vado allo stadio sono incontenibile, fortuna che nessuno capisce le parolacce in sloveno (ride, ndr). Sono l’unica tra le dolci metà in tribuna ad agitarmi. Quando sono tornata allo stadio quest’anno, dopo esser stata in Slovenia, Ilaria, la moglie di Vitiello mi ha detto “Kristina, ci sei mancata” (ride, ndr). Grido sempre, mi faccio sentire solo io. Durante le partite mi innervosisco, mi sento io in campo. Ma non solo quando gioca Sinisa, anche quando lui sta in panchina. Mi faccio trasportare».

Spesso questo mestiere lo porta a stare lontano dalla famiglia…

«All’inizio non era facile, adesso sono più abituata. Soprattutto qui a Palermo che vanno spesso in ritiro. Sono sincera, quando ci siamo conosciuti non avrei mai pensato che saremmo arrivati fin qui. Sinisa ha iniziato a giocare a calcio a 15 anni, ma i primi tempi che stavamo insieme gli dissi che il calcio è imprevedibile, oggi ci sei domani chissà. Quindi per questo ho voluto che prima finisse gli studi».

Lo segui spesso allo stadio o preferisci la tv?

«Spesso anche in trasferta. Quando Sinisa giocava nel Ptuj per esempio, io lavoravo e studiavo a Ljubljana, ma nei weekend riuscivo sempre a seguirlo in trasferta. Adesso a Palermo anche, ma non sempre. Quando è in casa però allo stadio non posso mancare».

Sinisa è uno dei pochi storici della squadra rosanero. I tifosi lo stimano molto, anche se ultimamente sono un po’ tristi per come va la squadra, vuoi dir loro qualcosa?

«Capisco che per ora sono arrabbiati e lo sono anche io per come sta andando la squadra. Anche a Sinisa fa male vedere la squadra in difficoltà, spesso a casa è triste dopo una sconfitta perché lui è uno che prende a cuore le cose e ci tiene alla maglia, ma purtroppo è un periodo negativo. Ai tifosi posso solo dire di continuare a sostenere la propria squadra come fanno ogni domenica, arriveranno tempi migliori. Forza Palermo!».

Finiamo qui la nostra intervista. E mentre il piccolo Adrian viene a darci la buonanotte, Kristina ci offre alcune specialità slovene cucinate con le sue mani…

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