Il Tirreno: “Stupro di gruppo, arrestati Lucarelli junior e Apolloni. Le intercettazioni shock: “Se questa chiama la polizia, ci incula tutti”

L’edizione odierna de “Il Tirreno” si sofferma sullo scandalo che ha coinvolto Lucarelli junior, finito in carcere per uno stupro di gruppo.

Ecco quanto scritto dal quotidiano:

“Siamo a Milano, nelle vicinanze di corso Sempione. È marzo e dopo la serata trascorsa in un locale cinque livornesi incontrano una studentessa. La ragazza ha bevuto parecchio e sembra cercare un passaggio. «Volevo andare casa. Non mi sono resa conto che volevano portarmi in un posto diverso», ha raccontato alla polizia. «E non volevo avere rapporti sessuali quella sera. Ridono, si abbracciano. Fanno le facce. Insomma sono su di giri: urlano e cantano attraversando Milano di notte a bordo di una Ford Puma dopo aver fatto serata al “Gattopardo”, uno dei locali più alla moda del capoluogo lombardo. La videocamera dello smartphone di uno dei cinque ragazzi, tra i quali i due arrestati, è accesa: registra tutto, filma. Per gli inquirenti è una delle prove regine della loro colpevolezza. Per la difesa è il contrario perché quei filmati sono stati forniti proprio dagli indagati per raccontare tutt’altro. «Glielo metto anche in gola/glielo metto anche in gola». È uno dei cori che si sentono e che la giudice ha riportato nell’ordinanza cautelare. E ancora: «Stasera va a finire male, you fuck with togheter (tu fai sesso con noi)».

La ragazza, una ventenne di origine americane, è visibilmente ubriaca. Lo confermeranno, poi, alla polizia anche i buttafuori del locale. Racconta di essere fidanzata: «I have a boyfriends guys». Come a dire che non è disposta ad andare oltre. «Povero gabbiano, hai perduto la compagna, hai beccato la cornuta», le rispondono in coro citando una canzone di Gianni Celeste di moda in quelle settimane.

Si sente la giovane arrabbiarsi quando qualcuno le tocca il seno: «Get off from my tits» (Giù le mani dalle mie tette). Poi ripete l’indirizzo di casa sua. Secondo il giudice lo fa per essere accompagnata. Nessuno le dà ascolto. Però poco dopo bacia nel giro di pochi minuti due dei ragazzi che viaggiano con lei. «Let’s have fun, divertiamoci». Loro si gasano: «Oh bimbi si fa il video, non mi frega un cazzo, si chiava in dodici». È la notte del 27 marzo 2022, giorno in cui il tempo si mangia un’ora. E dove cinque ragazzi livornesi – secondo la procura di Milano – rischiano di essersi mangiati l’innocenza. Tra loro due giocatori del Livorno calcio: Mattia Lucarelli, 24 anni a luglio e Federico Apolloni, 23 anni compiuti lunedì scorso. Le accuse nei loro confronti sono pesantissime: violenza sessuale di gruppo in concorso. Il figlio dell’ex bomber amaranto e tecnico della Ternana fino a due mesi fa, è accusato di aver cercato un rapporto orale con la giovane, il compagno di squadra di aver avuto un rapporto completo. Un terzo ragazzo, indagato ma senza misura cautelare, invece, di aver palpeggiato la vittima. La goliardia – secondo l’accusa – finisce quando poco dopo le quattro del mattino i cinque ragazzi e la giovane parcheggiano l’auto davanti a casa di Lucarelli, che il quel periodo giocava nella Pro Sesto e per questo aveva un appartamento nel centro di Milano.  «Allora, ragazzi, se lei supera questa porta qui – dice uno dei cinque indagati – è finita».

È ancora un video a raccontare quello che accade lungo le scale per arrivare fino all’appartamento con «Apolloni che sorregge la ragazza per non farla cadere». E il proprietario dello smartphone commenta: «Sto facendo un documentario». Entrati nell’appartamento – ricostruisce il giudice – si vede la giovane «andare in bagno, mentre i ragazzi approfittano della sua assenza per organizzarsi: uno si spoglia mentre l’amico mette il telefono che sta registrando dietro la borsa della vittima».  L’obiettivo è registrare quello che di lì a poco può accadere nella stanza: «Questo è un video porno… se questa chiama la polizia ci incula tutti» si sente dire poco prima che Apolloni baci la ragazza. Ma è la stessa giovane a cercare di andarsene quando verosimilmente al rapporto a due cerca di aggiungersi un altro amico: «Who’s that? (Chi è questo?)» domanda. E aggiunge: «Non bloccarmi, non sono un oggetto, non mi interessa chi sei».

È questo punto del video che si vede come la presunta vittima cominci a cercare i propri stivali, verosimilmente per andare via dall’abitazione. «Leva le chiavi, leva le chiavi», dice Apolloni, mentre Lucarelli prende un mazzo di chiavi dalla sinistra dell’inquadratura e dice: «No, fra, se vuole andare falla andare». È così che i ragazzi la convincono a restare: «Please, stay with us» (Per favore, stai con noi). Sono le 6,10 del mattino. Nel video si sente il rumore di una serratura che si chiude. «Pezzi di merda», dice una voce maschile. «Hanno chiuso?», domanda l’amico. Evidentemente sì. Secondo la ricostruzione dell’accusa tre dei cinque ragazzi restano in una stanza, mentre i due arrestati rimangono con la studentessa «abusando di lei»”.