Il Mattino: “Padova. Nella bolgia dello stadio Barbera si capirà chi è un vero calciatore. E adesso serve un altro Ronaldo”

during Padova Calcio vs Palermo FC, Final Playoff Serie C 2021-22 first leg, at Euganeo stadium in Padova, Italy, on June 05, 2022. (Photo by Davide Casentini)

L’edizione odierna de “Il Mattino” si sofferma sulla gara che andrà di scena al Barbera domenica tra Palermo e Padova.

C’è una costante nelle partite di quest’anno del Padova, ma il discorso si potrebbe allargare anche alla stagione precedente, confermata dalle gare della serie playoff: la Ronaldo e Chiricò-dipendenza.

Se girano loro, la squadra sale sensibilmente nel rendimento e nell’imprevedibilità, ma se uno dei due, o peggio entrambi, incappa nella giornata-no, ne risentono gioco ed efficacia di schemi, in una parola si diventa scontati. Fra l’altro, va sottolineata una curiosa coincidenza: contro la Juventus Under 23 ad Alessandria e contro il Catanzaro all’Euganeo il Padova ha vinto con due “gioielli” del folletto di Mesagne, realizzati quando il capitano e regista brasiliano era fuori, nel secondo caso sostituito da Della Latta, mentre nel primo mancava proprio, in quanto infortunato.

È giusto sottolinearlo nel momento in cui s’inizia la marcia di avvicinamento all’atto conclusivo, la finale di ritorno di domenica al Barbera. Giusto perché, come avevamo sottolineato la settimana scorsa dopo la qualificazione ottenuta ai danni dei calabresi, il fattore C (Chirico, appunto) e il fattore O (Oddo) sono stati sin qui fondamentali per spingere i biancoscudati sino all’epilogo di un’altra annata incredibile. Manca il fattore R, come Ronaldo appunto, e sappiamo quanto pesino doti tecniche e capacità balistiche del numero 10 quando sta bene: nel 2021 fu lui a salvarci dalla clamorosa eliminazione in casa contro il Renate, inventandosi letteralmente il gol del 3 a 1, che rimise i conti a posto, consentendo di accedere (con i brividi) alla semifinale con l’Avellino.

Dove vogliamo arrivare con queste considerazioni? A chiedere, anzi pretendere che chi ha nelle corde la capacità di far svoltare una partita dalla propria parte adesso si carichi sulle spalle il peso della responsabilità che gli deriva dal suo talento naturale e trascini i compagni a disputare la gara della… vita. In Sicilia ci vorrà un altro Padova rispetto a quello dell’altra sera, di ciò crediamo siano tutti consapevoli, dai giocatori allo staff tecnico, e un Padova che faccia leva sugli attori-chiave, Chiricò e Ronaldo. Dovendo per forza di cose segnare almeno un gol, per provare a trascinare la sfida ai supplementari, servirebbe qualcosa di diverso in attacco; perché, allora, non provare un 3-5-2, con Chiricò una ventina di metri più indietro, sulla linea dei centrocampisti, e mettere un uomo in più in mezzo, tra Ronaldo e Dezi (o Saber), azzardando infine una vera e propria coppia offensiva, da scegliere fra Santini, Ceravolo, Nicastro e Cissé?

I biancoscudati non sono fuori gioco, tutt’altro, e devono credere con tutte le loro forze in se stessi e nella capacità di rovesciare il pronostico, ma il primo passaggio da fare è nelle loro teste, più ancora che a livello tattico. Ci vuole un gruppo determinato, deciso a lottare su ogni pallone e convinto di poter fare male all’avversario. La bolgia dei 35 mila tifosi rosanero? Ben venga, è in ambienti così difficili ed esplosivi che si capisce se si è calciatori a tutto tondo per andare lontano.