Il Mattino: “Avellino-Palermo. Sciagura Plescia, il gol fallito è lo spot dell’era Di Somma”

L’edizione odierna de “Il Mattino” si sofferma sulla gara di ieri tra Avellino e Palermo, in particolar modo sul gol mancato da Plescia facendo un riferimento all’era Di Somma all’Avellino.

Se davvero il tempo è il metro per misurare verità e giudizi, il responso di ieri appare implacabile e senza appello. La sconfitta contro il Palermo, al netto delle assenze o forse proprio a causa di esse, certifica quel senso di incompiuto e confusione che dalla scorsa estate è stato evidente a tutti, tranne agli artefici di una costruzione, la coppia Di Somma-Braglia, con evidenti falle fatte passare per solide realtà. Prendi il caso di Vincenzo Plescia, giovane attaccante di belle speranze blindato in estate e presentato alla piazza come il terminale offensivo del futuro, da far maturare alle spalle di Riccardo Maniero con il quale avrebbe dovuto condividere il peso e l’efficacia in area di rigore. Pur mosso da grandi motivazioni, l’attaccante palermitano è sembrato sempre un passo indietro nelle gerarchie, non trovando mai il guizzo giusto per andare a confermare i report provenienti da Vibo Valentia che lo avevano accompagnato sul manto erboso del Partenio.

Al punto che per tutto il mese di gennaio, il suo nome è stato in cima alla lista dei partenti. «Per andare a giocare con maggiore continuità e valorizzarlo», si diceva. Bagagli pronti e futuro segnato per il ragazzo palermitano che, allo scadere della sessione invernale di mercato, quasi a sorpresa si ritrovò a disfare le valige già pronte e a continuare la sua avventura all’ombra del Partenio, dove aveva sentito scricchiolare la fiducia. Rimettersi in moto con tanto impegno e tanta voglia: che però non bastano a fare la differenza, soprattutto in una piazza ambiziosa e tignosa come quella irpina. Ieri, l’ennesima chance sprecata per il ragazzo cresciuto nella cantera rosanero che proprio da quei colori che aveva di fronte avrebbe dovuto trovare lo stimolo per prendersi la scena. Ed, invece, eccolo protagonista dell’ennesima prestazione impalpabile, incapace di incidere. Stavolta, a differenza di quanto comunque aveva lasciato intravedere nelle ultime volte in cui il tecnico aveva deciso di puntare su di lui, Plescia è apparso a lungo fuori dagli schemi e dalla manovra, non riuscendo a trovare il feeling con i compagni di reparto la cui vivacità (soprattutto quella di Kanoute) non è mai riuscita a trovare concretezza in un finalizzatore capace di alzare il livello di pericolosità dalle parti della porta difesa da Massolo.

L’immagine della giornata no, che è un po’ la fotografia dell’intera stagione dell’ex bomber della Vibonese, va in scena al 30’ del primo tempo, con il punteggio inchiodato sull’1-1, quando proprio Plescia costruisce quella che resta, gol a parte, l’unica vera azione degna di nota. Uno scambio con il solito Kanoute che gli restituisce una palla che chiedeva solo di essere spinta alla spalle del numero uno rosanero e che invece il numero 11 dell’Avellino spreca in maniera clamorosa, gettando alle ortiche una incredibile opportunità per riscrivere la storia del match. E probabilmente anche della sua personale stagione. Che ha finito con il risentire, inevitabilmente dei malanni fisici che lo hanno attanagliato per tutta la prima fase del campionato, le cui scorie evidentemente si fanno ancora sentire.