Grasso: «Il calcio va in streaming ma la Rai è ferma agli anni ’90. Sky tradita»

Un durissimo attacco alla gestione del calcio in tv da parte della Rai è arrivato oggi da Aldo Grasso, noto critico televisivo de Il Corriere della Sera nonché grande appassionato di pallone (non ha mai fatto mistero di essere tifoso del Torino).

Il giornalista, sul settimanale Oggi (edito dalla RcsMediaGroup di Urbano Cairo così come il quotidiano di via Solferino) ha infatti tuonato contro il modo di mostrare il principale sport nazionale da parte dell’emittente di Stato. Partendo dal fatto che la piattaforma di sport in streaming Dazn ha vinto la partita (battendo Sky) dei diritti tv della Serie A per il triennio 2021-2024, aggiudicandosi – con un’offerta da 840 milioni di euro a stagione – tutte le 10 partite di ogni giornata, delle quali 7 in esclusiva e 3 in co-esclusiva.

Il calcio, ha scritto Grasso, è entrato così in una nuova epoca. Dopo i tempi della tv generalista (solo il secondo tempo di una partita e i gol a “90° minuto”), è venuta l’epoca della tv satellitare (le partite su Sky) e ora entriamo nell’era dello streaming.

Per molto tempo – ha continuato il giornalista –, “il nostro rapporto con la tv è stato regolato da una specie di orario dei treni: il palinsesto. Adesso le cose stanno cambiando, e con lo streaming si passa da un ambiente televisivo (organizzato secondo un ordine verticale) a un ambiente internet di tipo orizzontale (ogni contenuto è immediatamente disponibile). La Rai è rimasta ferma agli Anni 90 (“siamo ancora a Enrico Varriale non è possibile!”); Sky ha cambiato la narrazione sul calcio con un racconto più dinamico e articolato; mentre Dazn rappresenta il nuovo. La preoccupazione, al massimo, riguarda la tecnologia, la mancanza in Italia della banda ultra larga”.

È stato proprio il ministro per l’innovazione tecnologica Vittorio Colao a dire che ancora «circa 16 milioni di famiglie (il 60% del totale) non usufruiscono di servizi Internet su rete fissa o non hanno una connessione fissa a banda ultra larga. Questo è inaccettabile». La speranza è che la concorrenza generi competizione e innovazione.

La sconfitta di Sky
Nella sconfitta di Sky, però, c’è qualcosa che assomiglia molto a un tradimento (stiamo parlando di linea editoriale). “Quante volte ci siamo lamentati del troppo spazio concesso da Sky alle grandi squadre, ognuna delle quali poteva contare su una batteria di giornalisti sempre a disposizione, estate e inverno, giorno e notte, con funzioni quasi da u cio stampa. Ebbene, tanta dedizione si è risolta in un tradimento: contro Sky hanno votato Juventus (guai a muovere qualche critica alla Vecchia Signora!), Inter, Milan, Lazio, Roma e Napoli, cioè proprio le squadre più raccontate e valorizzate da Sky”.