Giornale di Sicilia, Tedino lancia l’allarme: “«In difesa siamo pochi». Rispoli ha chiesto di cambiare aria, Nestorovski…”

I primi impegni ufficiali per il Palermo di Bruno Tedino sono sempre più vicini. Il 6 agosto al “Barbera” i rosanero affronteranno la vincente de match tra Virtus Francavilla e Imolese, sfida valida per la Tim Cup. A preoccupare il tecnico ex Pordenone, però è la scarsa presenza in rosa di difensori, dopo la partenza di Goldaniga e l’infortunio di Ingegneri: «La difesa ha ancora bisogno di essere puntellata», si legge sull’edizione odierna de ” Il Giornale di Sicilia” -. Il ds Lupo, nel più breve tempo possibile, “si sta muovendo per mettergli a disposizione altri due centrali entro la prossima settimana, ma il rischio è che le uscite non si limitino al solo difensore, trasferitosi a titolo definitivo al Sassuolo – si legge sul quotidiano -. C’è Rispoli che ha chiesto già prima del ritiro di prendere in considerazione la possibilità di cederlo, c’è Nestorovski per il quale bisogna resistere a sirene milionarie e ci sono altri elementi con le valigie già pronte, in attesa solo del via libera societario“. Tedino però è fiducioso, visto il lavoro svolto sia a Bad Kleinkirchheim che nel capoluogo siciliano: «Stanno lavorando forte per il Palermo e sono convinto che i giocatori forti, con motivazioni, siano quelli che diano qualcosa in più. Senza motivazioni, non è lo stesso». Motivazioni che il tecnico vede anche in Alessandro Diamanti, fantasista ormai ai margini della squadra ed in cerca di una nuova sistemazione. Ad una settimana dalla sfida di Tim Cup, la situazione ambientale non è delle più rosee, ma gli uomini di Tedino hanno la testa al lavoro: «Capisco cosa significhi retrocedere – riporta “Il GIornale di Sicilia” – e capisco la contestazione. Abbiamo solo una possibilità: distrarci poco, estraniarci da quel che non ci riguarda. Ovvio, avere 500 tifosi qui ad applaudirci sarebbe stato più bello, ma è una sfida che vogliamo raccogliere per riportare questi colori dove meritano. Ho comunque visto un bel segnale, i ragazzi potevano andare a casa e invece si sono presentati comunque all’allenamento. Queste situazioni possono diventare alibi e a me gli alibi danno fastidio».