Giornale di Sicilia: “Il Palermo si coccola il suo Coro-mago”

“Meteore o campioni, non ci sono mezze misure. I brasiliani del Palermo nell’era Zamparini hanno avuto poche alternative: o si entra nella storia o si finisce nel dimenticatoio, con una propensione a “scegliere” quest’ultima strada. Un bivio che Igor Coronado ha imbeccato quest’estate, ma a giudicare dai primi metri percorsi sembra proprio che la strada sia quella giusta. Il fantasista è il tredicesimo brasiliano giunto a Palermo dal 2002 ad oggi, pochi se si considerano gli altri sudamericani ammirati (o fischiati) al “Barbera” in questi anni, ma ancor di meno se si valuta chi ha avuto realmente un impatto positivo con la maglia rosanero. Amauri e Simplicio gli unici ad aver davvero lasciato il segno, poi il vuoto. Giocatori che non hanno resistito per più di una stagione, altri che neanche sono mai scesi in campo e talenti incompiuti capaci di esplodere solo altrove. Dopo quattro partite tra campionato e Coppa Italia, Coronado ha fatto capire ai palermitani di voler seguire le orme degli altri, di quei due che Palermo l’hanno salutata con le lacrime agli occhi dopo aver scritto alcune delle pagine più belle nella storia di questo club. Per fare paragoni è ancora presto, ovviamente, però Coronado ha dimostrato di avere qualcosa in più rispetto al resto dell’organico. La classe, per chi lo ha visto giocare a Trapani negli ultimi due anni, non può essere certo una sorpresa. La leadership nel prendere palla e guidare l’attacco del Palermo, forse, poteva essere un’incognita. lnvece con Tedino è diventato un cardine della squadra. «Non esiste un suo sostituto», l’ha ripetuto più volte il tecnico, sin dal primo giorno di ritiro. E non l’ha detto per rimarcare una lacuna nella sua squadra, bensì per sottolineare quell0 che sta diventando sempre più evidente a tutti: un giocatore così non esiste in Serie B, non solo nella panchina del Palermo. Per caratteristiche tecniche, per spirito di sacrificio e per l’utilità delle sue giocate: belle, sì, ma soprattutto funzionali al gioco di squadra. Mai un virtuosismo fine a sé stcsso, mai una finezza solo per compiacersi delle proprie qualità. Tant’è vero che quando c’è stato bisogno di concretezza, come in occasione del gol del raddoppio l’Empoli, il brasiliano non ha esitato a tirare, vede la porta e calcia di prima intenzione centrandola da attaccante vero. La pioggia di applausi che i 6270 del “Barbera” gli ha tributato al momento della sostituzione è la prova di un amore già sbocciato. Forse troppo velocemente, perché chi è rimasto al seguito della squadra sta cercando nuovi simboli per dimenticare le amarezze di un anno sportivamente tragico, ma con merito. Cosa sia il Palermo con Coronado e cosa senza lo si è visto in Coppa Italia. Quanto sia indispensabile per dare imprevedibilità alla manovra, adesso, è davvero sotto gli occhi di tutti. […]”. Questo quanto riportato da “Il Giornale di Sicilia”.