Giornale di Sicilia: “Cinquemila tifosi allo stadio, fuori la contestazione”

Tifoseria rosanero spaccata a metà. In cinquemila ieri hanno assistito a Palermo-Virtus Francavilla, il resto dei supporters è rimasto fuori a contestare la società. Ecco quanto scrive in merito “Il Giornale di Sicilia”:

“Due modi diversi per salutare l’avvio della stagione. La tifoseria del Palermo, in occasione dell’esordio in Coppa Italia con la Virtus Francavilla, si è divisa: da un lato i 5.424 che hanno deciso di sposare in pieno l’iniziativa del club di abbattere i prezzi dei biglietti, dall’altro chi ha proseguito nella protesta contro la gestione societaria. Una contestazione che ormai va avanti da mesi e che non ha risparmiato nemmeno la prima partita stagionale della squadra di Tedino, con l’assenza preannunciata da parte dei gruppi organizzati che hanno disertato il «Barbera», rimanendo all’esterno dello stadio per dar vita ad un corteo contro Zamparini. «La nostra assenza una grande sofferenza, la nostra vittoria una nuova presidenza», si legge in uno striscione esposto nella rotonda di via Alcide De Gasperi, poco lontano dalla zona di prefiltraggio. Cori e petardi hanno fatto da contorno alle proteste degli ultras, che già nei giorni scorsi hanno annunciato di voler boicottare la campagna abbonamenti (la cui fase di rinnovo delle tessere si è chiusa con meno di mille sottoscrizioni) e che hanno dato il via alla stagione senza marcare presenza tra gli spalti. Circa trecento i tifosi dei gruppi solitamente situati nella curva nord a partecipare alla protesta, controllati a distanza dal questore Renato Cortese, presente al «Renzo Barbera» in prima persona per guidare le operazioni volte a mantenere l’ordine pubblico data la tensione sviluppatasi negli ultimi giorni. La contestazione è proseguita per l’intera durata del match, mentre i pochi intimi presenti allo stadio hanno sostenuto la squadra, trascinati da un anonimo «fischiettatore» tra gli spalti. All’interno dell’impianto campeggia un messaggio chiaro: «Palermo merita rispetto». I pochi presenti, però, si sono fatti sentire”.