Gds: “Palermo, crisi idrica. Il nodo dei sovracosti Amap”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma sulla crisi idrica a Palermo e in Sicilia.

La crisi idrica non è solamente la mancanza d’acqua, ma una catena che comporta pianificazioni, acquisti, progetti, incomprensioni, scelte, errori. E spese. Anche da parte delle aziende che, come teme Confcommercio, alla fine rischiano di dovere provvedere di tasca propria.  Anche se forse, in questo momento, bisogna sposare l’ottimismo del sindaco, sperando che il piano regga. In una delle molte relazioni scritte dai dirigenti dell’Amap in questa settimane, ce n’è una che conclude con le «implicazioni di natura economica che lo scenario di crisi può avere sulla gestione della società».

In sostanza, se l’orizzonte che si para davanti è quello descritto in questi giorni, c’è il rischio che il livello degli invasi cali ancora di più. Ebbene prendiamo quello di Piana degli Albanesi, gestito dall’Enel. Amap fino a ora «pesca» acqua regolarmente ma la diga – la cui funzione primaria è quella di produrre energia – al momento ha poco più
di 11 milioni di metri cubi a disposizione, secondo le recenti misurazioni diffuse dall’Autorità di bacino.

Non appena si arriverà a 9,7 milioni di metri cubi (raggiungendo la quota di 602 metri) scatterà l’obbligo di corrispondere «degli indennizzi ad Enel» per il raggiungimento della quota critica. Si parla di 5 mila euro al giorno, per 7 mesi (l’arco temporale del piano) si sfiora il milione di euro. Per questo l’azienda comunale ha chiesto l’avvio «di un tavolo di confronto per evitare che tali sovracosti ricadano sulla gestione operativa di Amap e, in ultima analisi, sulle utenze».