Gds: “Nola-Palermo, parla il doppio ex: «Ambiente caldo, guai a sottovalutare gli avversari»”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” riporta le dichiarazioni di Claudio Pellegrini, ex attaccante di Palermo e Nola. Pellegrini, il Nola in D non sarà una novità, ma vedere invece il Palermo in questa categoria che effetto le fa? «Palermo è una metropoli, vederla relegata in categorie di questo genere, con tutto il rispetto, stona un po’. Chiaramente, per i rosa sarà comunque un impegno da affrontare nella maniera migliore, perché è solo così che potrà risalire verso le categorie più consone per questa città». Lei ha chiuso la sua carriera a Nola, che clima dovrà attendersi il Palermo nella sfida in Campania? «Nola l’ho conosciuta poco, per di più a fine carriera, proprio dopo i problemi avuti dal Palermo. La mia storia lì è stata breve, però so bene che atmosfera attenderà i rosa. Campi del genere sono sempre difficili, l’ambiente sarà caldo e l’attesa sarà tanta. A Nola non è che affrontano squadre come il Palermo tutti i giorni, d’altronde. Per questo dovranno fare attenzione, ancor più del solito, perché una trasferta del genere nasconde non poche difficoltà». Facciamo un salto nel passato: il suo fu l’ultimo Palermo prima del fallimento, nella squadra c’era il timore che finisse in quel modo? «Assolutamente no. C’erano già dei compagni che mi conoscevano e quando mi contattò il compianto Bulgarelli, all’epoca direttore sportivo del Palermo, ebbi ampie garanzie. Me le diede lui, che era un amico, ma anche altri calciatori già presenti in squadra. Durante l’anno, a parte qualche ritardo fisiologico nel pagamento degli stipendi, non c’era questa avvisaglia del fallimento. Invece capitò proprio quell’anno e fu un dispiacere enorme per tutti». Era una situazione evitabile, quella di allora? «Posso dire, con rammarico, che noi come giocatori sbagliammo. Perché potevamo intervenire subito, mettendo in mora la società, potendo così cercare di aprire la strada ad un salvataggio da parte delle istituzioni. Noi dovevamo prendere l’iniziativa già durante l’arco del campionato, perché a quel punto sarebbe stato interesse di tutti garantire il regolare svolgimento dell’attività sportiva e sarebbero intervenute sia la Federazione che le istituzioni locali, in modo da salvaguardare la sopravvivenza del Palermo. Invece, fiduciosi che tutto si sarebbe sistemato, siamo andati avanti fino alla fine. A bocce ferme, non c’era né la possibilità, né probabilmente la volontà di salvare il Palermo» . Trentatré anni dopo, il Palermo è fallito ancora… «Non va bene, assolutamente. Tanto più oggi, con impegni economici tra società e professionisti che dovrebbero essere regolari. Mi chiedo come sia possibile che una società arrivi al fallimento con tutti i controlli che ci sono per iscriversi ai campionati professionistici. Il caso del Palermo, così come nel passato recente quelli di Bari e Cesena, non fa affatto del bene al calcio italiano».