Gds: “Lagalla: «Palermitani, non vi deluderò»”

L’edizione odierna de “Il Giornale di Sicilia” si sofferma su Lagalla, nuovo sindaco del Palermo e le sue parole appena eletto.

Roberto Lagalla chiede aiuto a Dio e a Santa Rosalia per la guida della quinta città d’Italia. E fa bene, perché ne avrà bisogno. I guai sono tanti, i soldi pochi, i successi avranno molti padri, le sconfitte saranno solo sue. Vecchia storia. Intanto per l’avvio di questi nuovi cinque anni di governo ci sono applausi e occhi lucidi, commozione e vecchi arnesi della politica che si rifanno vivi nel tentativo di resuscitare se stessi.

L’insediamento del nuovo sindaco è tutto questo, ma è anche immediatamente un tuffo nelle questioni più stringenti e scottanti della città; questa volta l’essenza delle questioni al comandante in capo arriva senza filtri, appresa direttamente dalla viva voce dei piani alti e altissimi della burocrazia comunale che per l’intera mattinata sfila nell’immenso studio rosso, un po’ delabrè, con affaccio sulla fontana Pretoria. L’omaggio al nuovo potere è una bolgia che sciama al piano nobile del Palazzo senza timore del Covid, nonostante i notiziari ci dicano che la pandemia è ancora tra noi. Il primo cittadino torreggia in completo scuro e quando termina una riunione in sala giunta con i collaboratori si sposta a Sala delle Lapidi dove il magistrato Simone Alecci, presidente dell’ufficio elettorale, lo proclama alla guida di Palermo.

Il cerimoniale cincischia un po’ con la fascia da mettergli. «A tutti chiedo motivazione, pazienza, volontà di lavoro e impegno». Sembra uno slogan che ha il sapore di un programma, ma Lagalla è convinto che «solo attraverso questa ricetta, questa
metodologia potremo realmente fare ciò che i palermitani ci chiedono». Lascia chiaramente intendere che non vorrà essere l’uomo solo al comando e giudica necessario «non rimanere da solo a fare il don Chisciotte, ma tutti dobbiamo lavorare per la città». Lagalla ha annunciato che stamattina alle 9 deporrà una corona di fiori al monumento ai caduti per mano della mafia in piazza XIII Vittime, appare rilassato e le tenebrose polemiche della campagna elettorale appaiono lontane nonostante l’ex assessore Giusto Catania, sconfitto alle elezioni, sui social insista: «Da oggi al governo della città ci sono personaggi meno limpidi». E quasi come in un controcanto arrivano gli auguri del governatore Nello Musumeci, che apprezza il fatto che «la città volta pagina».

L’ex rettore, comunque, rassicura tutti sul fatto che rimane a disposizione di un progetto per lo sviluppo della città; addirittura ringrazia «chi mi ha votato e chi non lo ha fatto». E come un mantra tranquillizza l’uditorio che lo ascolta in silenzio: «Da questo momento sarò il sindaco di tutti i palermitani e le palermitane. Avremo bisogno di un grande e comune lavoro, che supera la battaglia elettorale e che afferra i principi e i valori della convivenza civile e del bene comune, di questo mi faccio assoluto garante. Sono convinto – ha proseguito – che entro i prossimi giorni chiuderemo una
giunta di grande profilo e all’altezza delle sfide che attendono questa città, sono convinto che questa casa comunale dovrà essere il balcone su Palermo».

Ma prima della giunta «di alto profilo», così come l’immagina il professore, a lui serve un viaggio a Roma molto simile a un pellegrinaggio: deve ottenere una norma che sposti in avanti il termine del 30 giugno per l’approvazione del bilancio, altrimenti il Comune entrerà nel territorio ignoto del dissesto. Pare che Sergio Pollicita, capo di gabinetto di lungo corso e di grande esperienza, glielo abbia detto come prima cosa. Di conti ha parlato con il collegio dei revisori e il ragioniere generale. Lagalla vuole
una riunione apposita sull’argomento che probabilmente è stata già fissata per giovedì. Dietro la porta ci sono molti volti noti della politica cittadina venuti a omaggiare il primo cittadino che ha il difficile compito di traghettare Palermo verso acque più tranquille. Ma lui ha anche il pensiero al Festino, al quale mancano tre settimane appena. Ma cosa si potrà fare? Allestire una soluzione è una priorità ed è già alla ricerca di almeno 20 mila euro che certamente non potrà raschiare dalle casse impastoiate del Comune.