Gds: “Incubo Coronavirus. Palermo. Due negozi aperti, raffica di denunce. Scoppia il caso di un’impiegata 118. I sindacati: «Di rientro dal Nord non si è posta in isolamento»”

L’edizione odierna del “Giornale di Sicilia” si sofferma sulla raffica di denunce e casi relativi all’inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. Si moltiplicano i casi di coronavirus nel Palermitano, così come le denunce per le violazioni dei divieti. Ieri, in una città deserta per via delle più stringenti disposizioni sul commercio, le forze dell’ordine si sono imbattute in una pescheria nella zona della Fiera del Mediterraneo e un panificio nel quartiere della Zisa aperti nonostante l’ordine di sospendere l’attività di domenica. I carabinieri della compagnia di San Lorenzo hanno denunciato il titolare della rivendita di prodotti ittici, dove c’erano alcuni clienti, che sono stati identificati e che ora rischiano la segnalazione alla magistratura per il mancato rispetto dell’obbligo di restare a casa. Alla Zisa sono intervenuti i poliziotti, che hanno denunciato il panettiere così come i suoi clienti. Ieri pomeriggio, le pattuglie della polizia sono intervenute in via Rutelli per controllare un uomo, che è stato condotto negli uffici per accertamenti. A Bagheria, la polizia municipale ha fermato un sub ed un venditore ambulante abusivo. Al primo, senza permesso per la pesca, è stata sequestrata l’attrezzatura. Per lui anche la denuncia, così come per l’ambulante, accompagnato sino al proprio domicilio. Tanti gli identificati, per i quali si sta accertando la veridicità dell’autocertificazione. I sindacati hanno denunciato il caso di un’impiegata della Seus, l’azienda che gestisce il 118, di stanza negli uffici di piazza Ottavio Ziino, rientrata da Milano ai primi di marzo dopo un viaggio di lavoro, che non avrebbe dato comunicazione dei suoi spostamenti e non si sarebbe sottoposta ad autoisolamento. La donna sarebbe stata sottoposta al tampone solo pochi giorni fa. Confintesa Sanità Sicilia parla di «gravissime inosservanze da parte della Seus» e invita la Regione e l’autorità giudiziaria a intervenire immediatamente. «Siamo sicuri che il presidente Musumeci e l’assessore Razza, che ben conducono i siciliani nella guerra contro il contagio covid-19, non rischieranno la loro reputazione per le folli ed incoscienti azioni di una dipendente della Seus – dichiara Domenico Amato, segretario di Confintesa Sanità Sicilia -. Non riesco a capire come in questi tempi di emergenza sanitaria si possa essere così spregiudicati, amorali ed incoscienti, mettendo a rischio la salute degli altri colleghi e anche dell’intero assessorato della Salute. Ma ancor di più mi sorprende che la società e la sua dirigenza non ne abbia saputo nulla o non abbia fatto nulla, questo sarebbe un atteggiamento a dir poco criminale; sia chiaro che andremo fino in fondo a questa vicenda, questa nota sarà inviata a mezzo Pec all’assessorato, alla Procura della Repubblica, alla Prefettura, alla Questura, ovvero a tutti quei istituzioni preposte affinché simili fatti vengano puniti come di giusto con le apposite condanne penali del caso, se naturalmente gli stessi fatti verranno confermati con prove concrete».